Quercus ilex L. -Leccio

Foto: da “Flora Informatizzata del Lazio” per gentile concessione di Bruno Petriglia

DESCRIZIONE:

Quercia sempreverde a crescita policiclica, a portamento arboreo, è molto longeva raggiungendo spesso i 1000 anni di età, ha chioma globosa e molto densa di colore nell’insieme verde cupo, formata da grosse branche che si dipartono presto dal tronco.

La corteccia dapprima liscia e grigia, con gli anni diviene divisa in piccole scaglie poligonali e nerastre.

I rametti dell’anno sono grigi per tomentosità diffusa, in seguito perdono la pubescenza, diventano lucidi e di colore verdastro; Le foglie sono persistenti e durano mediamente 2-3 anni, sono coriacee con un breve picciolo tomentoso, con stipole brune di breve durata; sono verde scuro e lucide nella pagina superiore con nervatura centrale diritta ma grigio feltrose per una forte pubescenza nella pagina inferiore. La pianta è dotata di una spiccata eterofillia.

I fiori maschili sono riuniti in amenti penduli e cilindrici (5-7 cm) tomentosi, con perianzio a sei lobi e 6-8 stami, sono portati alla base del ramo dell’anno; i fiori femminili hanno anch’essi perianzio a sei lobi e 3-4 stigmi, sono riuniti in 6-7 fiori.

I frutti sono ghiande che maturano nell’anno in autunno inoltrato, sono portate in gruppi di 2-5 su peduncoli di 10-15 (40) mm, di dimensioni molto variabili di colore, a maturazione, marrone scuro con striature evidenti più scure, la cicatrice ilare è piccola e la parte apicale ha un mucrone ben evidente, la cupola ha squame ben distinte con punta libera, ma non divergente, che copre 1/3 o la metà della ghianda a volte di più fino quasi a coprire l’intera ghianda.
Il seme è a pronta germinazione, la plantula è completamente bianca per la fitta pubescenza che la ricopre, le foglie sono dentate e spinose poi diventano glabrescenti.

Il legno è discolore con duramen rossiccio e alburno più chiaro, è a porosità diffusa, tale che i cerchi di accrescimento annuali non sono tanto evidenti, mentre evidenti sono i raggi midollari;

L’apparato radicale è prettamente di tipo fittonante, ma produce anche robuste radici laterali che sono anche pollonanti. Il fittone può penetrare per diversi metri anche in terreni rocciosi, rendendo la specie molto resistente agli ambienti aridi e agli eventi meteorici, ma la rende molto delicata negli eventuali trapianti che soffre particolarmente.

UTILIZZI:
Le ghiande venivano consumate nella medicina popolare cotte, crude o tostate. Hanno un forte potere astringente per la presenza di tannini, antisettico e rallenta le emorragie (antiemorragico). La corteccia veniva utilizzata come rimedio per i disturbi gastrointestinali. Contiene principi attivi come tannini, flavonoidi (catechina e quercetina), sali minerali e composti organici volatili. La corteccia e i frutti vengono utilizzati attualmente in formulazioni di integratori per la regolarità del transito intestinale e per il benessere e trofismo delle mucose.

Il legno è molto duro, di difficile stagionatura e lavorazione, un tempo era usato per pezzi di carri agricoli e altri attrezzi in cui c’era l’esigenza di grande resistenza all’usura e alle sollecitazioni. Essendo un legno che tende a spaccarsi, non ha mai avuto interesse industriale, ma il suo punto di elezione è la produzione di carbone (Cannello) infatti è un eccellente combustibile.

PREPARAZIONE DECOTTO (uso esterno): 60-80 g di corteccia/ghiande di leccio in 1 litro di acqua. Far bollire per 10 minuti a fuoco lento le parti rese in piccole dimensioni, filtrare e applicare localmente es. in forma di sciacqui e gargarismi per le affezioni della bocca e della gola (gengiviti, stomatiti, paradontosi, piorrea, faringiti) oppure per i geloni in forma di bagni alle braccia o ai piedi con il decotto per 3 volte al giorno, ha una potente azione antinfiammatoria e astringente.

TRATTAMENTI FITOSANITARI. I trattamenti biologici naturali contro i parassiti della pianta sono reperibili sulla pagina TRATTAMENTI FITOSANITARI 

A cura di
Dott.ssa Sara Leo
Biologa Nutrizionista

Attenzione: si declina ogni responsabilità sull’utilizzo a scopo curativo o alimentare delle applicazioni officinali e alimurgiche le quali sono indicate a mero scopo informativo.