Corylus avellana L.– Nocciòlo

Foto: da “Flora Informatizzata del Lazio” per gentile concessione di Bruno Petriglia

DESCRIZIONE:

Pianta arbustiva legnosa e caducifoglia a chioma densa e ovale. La crescita è rapida ma la pianta è poco longeva (fino a 70 anni di età). Specie molto comune in Italia, autoctona in tutta Europa, la si ritrova solitaria in radure o nel sottobosco in popolamenti misti con latifoglie (soprattutto frassino minore e maggiore) e aghifoglie, specie altamente plastica cresce adattandosi a substrati calcarei e fertili ma capace di colonizzare anche suoli poveri, franosi e poco profondi. È specie mesofila predilige ambienti con estati calde e clima parzialmente soleggiato. È specie colonizzatrice delle superfici non boscate, accompagna altre specie edificatrici alla ricolonizzazione forestale. L’epiteto generico “Corylus” deriva dal greco kóris, elmo, per la forma dell’involucro membranoso che ricopre il frutto, mentre l’epiteto specifico “avellana” deriva da Avella, comune in provincia di Avellino, nota regione di produzione delle nocciole fin dal passato.

Il fusto è diritto, corto ramificato fin dal basso, con legno omogeneo indifferenziato odoroso di colore verdastro, poi stagionando diventa bianco-grigiastro.

La corteccia è glabra e lucida, di colorazione brunastra e presenta lenticelle biancastre, tende a desquamarsi in senso longitudinale.
I rami sono sottili eretti, flessibili, di colorazione marrone-giallo oro con andamento ascendente e glabri.
Le foglie sono alterne ovate cuoriformi lunghe 10-12 cm con margine seghettato costituito da rari denti più grandi che con regolarità si alternano a file di denti più piccoli (doppiamente seghettato), apice acuminato e dotate di un breve e tomentoso picciolo. Le nervature secondarie sono evidenti al pari della nervatura primaria. La pagina superiore ha aspetto bolloso e ruvido ed è verde-scura, la pagina inferiore è verde-chiara, opaca e pubescente.

I fiori sono unisessuali, compaiono sullo stesso individuo (specie monoica) gli amenti maschili sono lunghi penduli (7-8 cm) ricchi di polline di colore giallastro, riuniti in gruppi di 2-4 all’estremità oppure all’ascella delle foglie dei rami dell’anno precedente. I fiori femminili a forma di gemma sono corti poco visibili, dotati di brattee e presentano alla base un ciuffetto di stimmi piumosi di colorazione rossa. Dopo la fecondazione i bratteoli basali dei fiori femminili si accrescono a formare una brattea che contorna il frutto. L’impollinazione dei fiori è anemofila. I fiori tendono a comparire prima della comparsa delle foglie.

I frutti si sviluppano dai fiori femminili, sono acheni legnosi e ovoidali chiamati nocciole di 10-15 mm prima verdastri poi marroni, contengono un seme singolo edule e dolce, che rimangono coronati dalle brattee frastagliate da cui la nocciola si libera a maturazione quando cade.

L’apparato radicale è poco profondo, fascicolato e molto ramificato, provvisto di micorrize soprattutto nei confronti del tartufo (Tuber magnatum e T. melanosporum).

UTILIZZI: 

È specie utilizzata a scopo alimentare coltivata in estesi corileti soprattutto in Piemonte, Campania e Sicilia.

Pianta officinale, in fitoterapia della pianta si usano la corteccia dei rami giovani, le foglie, i fiori, i frutti, le gemme.

La corteccia essiccata, e le foglie contengono tannini e flavonoidi con proprietà toniche e cicatrizzanti. L’azione tonica si svolge soprattutto a livello venoso, favorendo il ritorno del sangue verso il cuore.

I fiori (gli amenti maschili) se raccolti in primavera hanno effetto depurativo, sudorifero e febbrifugo.

Le nocciole sono leggermente ipertensive particolarmente indicate agli ipotesi e possiedono 671 kcal/100 g energia fornita dalla grande quantità di lipidi presenti (64%) soprattutto monoinsaturi e polinsaturi, seguono le proteine (13%) e infine i carboidrati poco abbondanti (6%). Ricche di minerali rappresentano ottimi alimenti da utilizzare come spuntino ad azione energica/remineralizzante.

PREPARAZIONE DECOTTO (uso interno): si prendono 50 g di amenti di nocciolo in 1 litro di acqua. Far bollire per 5 minuti a fuoco lento, lasciare riposare per 15 minuti, filtrare e prenderne 1 tazza dopo ogni pasto.
Il decotto di amenti ha azione febbrifuga e depurativa, indicato in caso di influenza e raffreddore per accelerare la guarigione e per depurare l’organismo in presenza di eccessive tossine (es. in caso di obesità);

PREPARAZIONE DECOTTO (uso interno e esterno): 30-40 g di foglie e corteccia essiccate di giovani rami (mescolati insieme) di nocciolo in 1 litro di acqua, rese in piccole dimensioni. Far bollire per 3 minuti a fuoco lento, lasciare riposare per 15 minuti, filtrare e prenderne 1-2 tazze al giorno.
Il decotto di foglie e corteccia ingerito (uso interno) o applicato in impacchi sulle gambe (uso esterno), è consigliato per l’azione flebotonica e cicatrizzante in caso di varici, flebiti ed emorroidi. Possiede inoltre un leggero effetto vasocostrittore ed emostatico e si può utilizzare in caso di epistassi e ipermenorrea.
Applicato (uso esterno) sulle ferite e sulle ulcere varicose ha effetto cicatrizzante.

TRATTAMENTI FITOSANITARI. I trattamenti biologici naturali contro i parassiti della pianta sono reperibili sulla pagina TRATTAMENTI FITOSANITARI 

A cura di
Dott.ssa Sara Leo
Biologa Nutrizionista

Attenzione: si declina ogni responsabilità sull’utilizzo a scopo curativo o alimentare delle applicazioni officinali e alimurgiche le quali sono indicate a mero scopo informativo.