DESCRIZIONE:
Albero di seconda/terza grandezza con altezza fino a 25-30 m, con foglie decidue, e tronco robusto, a chioma ampia e subglobosa, pianta molto longeva. È specie sciafila che riesce a sopportare bene l’aridità estiva, inoltre è specie mesofila che tollera forti escursioni termiche e predilige terreni umidi, freschi, ricchi di humus calcarei-acidi. Non forma mai dei boschi puri, ma costituisce piccoli gruppi misti a piante pedemontane come carpini, roverelle, rovere, cerri, aceri, frassini, querce, castagni o montani all’interno di faggete e abetaie;
La corteccia è liscia macchiettata grigia-marrone andando avanti con l’età diventa solcata e più grigia.
I rametti dell’anno sono glabri e lucidi verdastri e poi bruno-rossastri e portatori di gemme globose con due perule evidenti rossastre.
Le foglie sono decidue, alterne e semplici dotate di un lungo picciolo glabro di 2-4,5 cm e una lamina ovata-sub orbicolare, verde intenso superiormente con nervature terziarie poco evidenti, a margine seghettato, e lamina inferiore verde chiaro-glauca con ciuffi di peli color mattone all’ascella delle nervature. Le foglie spesso asimmetriche (da qui l’epiteto “cordata”) sono brevemente appuntite all’apice.
I fiori sono ermafroditi bianco-giallastri bratteati, profumati e riuniti in infiorescenze ascellari con ovario tomentoso corolla a 5 petali e 5 sepali alternati ai petali, e al massimo 30 stami. L’impollinazione dei fiori è entomofila e tra gli insetti impollinatori vi è un forte richiamo delle api.
I frutti sono nucule subglobose di 5-7 mm a pericarpo membranoso, fragile che si può rompere facilmente applicando la pressione di due dita, tomentoso e grigiastro a maturità (Ottobre-Novembre). La disseminazione dei frutti è anemocora facilitata dal vento ha durata lungo tutto l’inverno.
Il legno è omogeneo con alburno e durame indistinti (durame indifferenziato).
L’apparato radicale è fittonante inizialmente poi sviluppa ampie radici laterali che si distribuiscono in superficie, tende a formare polloni alla base del tronco e polloni dalle radici laterali;
UTILIZZI:
Il tiglio viene coltivato spesso per rivestire e abbellire i margini stradali data la sua capacità di accumulare metalli pesanti e inquinanti come specie ornamentale in parchi e giardini. Dai fiori viene prodotto il miele di tiglio, molto ricercato e profumato ma bisogna fare attenzione che non provenga da alberature stradali o aree particolarmente inquinate in quanto per l’appunto la pianta è capace di accumulare gli inquinanti e trasferirli al nettare. Utilizzato anche in selvicoltura per rimboschimenti di boschi cedui ogni 25-30 anni.
Il suo legno è omogeneo e facilmente lavorabile, ma non ha grande resistenza meccanica. In Italia esistono, allo stato spontaneo (specie autoctone) , solo due specie di tigli, Tilia cordata e Tilia platyphyllos.
La pianta ha proprietà sedative, antispastiche, vasodilatatrici, antinfiammatorie, diuretiche e sudorifere.
I fiori contengono una elevata concentrazione di magnesio, che gli conferisce le proprietà sedative, antispastiche e vasodilatatrici. Contengono anche mucillagini e tannini a bassa concentrazione che conferiscono ai fiori proprietà emollienti e antinfiammatorie. I glucosidi e i flavonoidi contenuti in essi esercitano una leggera azione diuretica e sudorifera;
La corteccia contiene polifenoli e cumarine che le conferiscono proprietà coleretiche, antispastiche soprattutto sulla colecisti, ipotensiva e dilatatrice delle arterie coronarie.
È una pianta particolarmente utile per il sistema nervoso dati gli effetti sedativi e rilassanti, per il sistema respiratorio dati gli effetti emollienti e antispastici, per il sistema circolatorio dato l’effetto vasodilatatore e blandamente ipotensivo, per il sistema digerente data la sua azione antispastica e coleretica in particolar modo esplicata sulla cistifellea e per la pelle data l’azione emolliente e antinfiammatoria su bruciature e irritazioni di varia natura.
PREPARAZIONE DECOTTO (uso interno): si fanno bollire 30 g di corteccia essiccata in 1 litro di acqua per 10-15 minuti; se ne prendono 2 o 3 tazze al giorno di cui 1 sempre prima di dormire.
PREPARAZIONE INFUSO (uso interno): si prendono 30 g di fiori o foglie essiccate e si dispongono in una tazza in un colino per infusi, si fanno bollire a parte 250 ml di acqua e al momento dell’ebollizione si spegne il fuoco e si versa l’acqua nella tazza, si copre il recipiente e si attende 5-10 minuti; terminato questo tempo si filtra il liquido passando l’infuso attraverso il colino inserito nel recipiente (in alternativa se non si è disposto il colino, si filtra dopo); bere l’infuso preparato cosi fresco in alternativa può essere conservato in frigo per massimo 12 ore; se ne prendono 2 o 3 tazze al giorno di cui 1 sempre prima di dormire.
PREPARAZIONE IMPACCO (uso esterno): impregnare una garza idrofila di cotone nell’infuso di fiori di tiglio preparato con 100 g di fiori per litro di acqua; applicare la garza sulla pelle interessata 2-3 volte al giorno, lasciandola 5 minuti e cambiandola di volta in volta (immergerla e strizzarla nuovamente);
TRATTAMENTI FITOSANITARI. I trattamenti biologici naturali contro i parassiti della pianta sono reperibili sulla pagina TRATTAMENTI FITOSANITARI
A cura di
Dott.ssa Sara Leo
Biologa Nutrizionista
Attenzione: si declina ogni responsabilità sull’utilizzo a scopo curativo o alimentare delle applicazioni officinali e alimurgiche le quali sono indicate a mero scopo informativo.