Paese più Verde. Quali proposte?

A  conclusione della II edizione della Festa dell’Impegno Civile,  è  stato avanzato il tema su cui la Consulta dell’Impegno Civile si spenderà nel prossimo anno attraverso iniziative di sensibilizzazione e  proposte all’amministrazione comunale.

Il tema di quest’anno sarà  “Progetto PAESE PIU’ VERDE, per una città più bella ed ecosostenibile”.  Davanti al pubblico della festa, il responsabile del circolo Lamasena, ha parlato di consumo del suolo e dei fenomeni di degrado sociale che sono correlati alla distruzione dell’ambiente. Gli argomenti si è cui parlato sono riportati nella videoregistrazione collegata e sono sviluppati di seguito.20141012 Conclusioni della II Festa Impegno Civile

Prima di avanzare proposte a favore di un paese migliore si deve quantificare il costo sociale del degrado ambientale:

  • È dimostrato, da studi statistici e sociologici, che in un paese bello e pulito, si riducono tantissimo  i fenomeni di violenza e disagio sociale. Il bello permette di rendere migliori le persone che abitano città ordinate e piene di verde  e servizi.  Al contrario, dove esiste sporco e noncuranza aumentano i fenomeni di violenza urbana e fatti criminosi.
  • Esiste un fenomeno conosciuto come la “sindrome del vetro rotto” per cui accade che se un vetro in un palazzo non viene riparato si inducono comportamenti di emulazione, per cui altri cominceranno a rompere altri vetri adiacenti al primo finché tutto il palazzo andrà in rovina completa. Pertanto, la sindrome del vetro rotto si può sintetizzare
    con la legge empirica,  codificata dal sociologo Wilson Kelling :  “ogni vetro non sostituito invita a tirare un sasso su quello accanto, e presto tutto l’intero fabbricato va in rovina“.
  • Bisogna ricordare che negli ultimi 50 anni abbiamo riempito il nostro mare e la nostra superficie terrestre di plastica. Dobbiamo essere consapevoli di due aspetti legati alla plastica che è diventata il più formidabile e inossidabile inquinante che l’uomo abbia mai prodotto. La plastica non si degrada mai, semplicemente, essa si frantuma in componenti sempre più piccoli a livello delle dimensione del plancton che, ingerito dai pesci, rientra nel ciclo alimentare e torna nelle nostre tavole. Se poi, cerchiamo di bruciare la plastica questa si trasforma in diossina che sappiamo essere uno dei composti più cancerogeni che conosciamo.

Dopo la premessa sul costo sociale del degrado ambientale,  la proposta principale, che il circolo Lamasena fa a favore di un PAESE PIU’ VERDE,   è 20141004_112309quella di sostenere azioni di sensibilizzazione per evitare nuovo consumo del suolo.

Ciò nasce dalla constatazione che negli ultimi 20 anni, è stata cementificata nuova superficie alla velocità di 8 Mq/sec. È come aver cementificato  tutta la Puglia e il Lazio messe insieme.  Mancando in Italia una tutela specifica per contrastare il consumo del suolo si è potuto cementificare in modo indiscriminato e disordinato.

In paesi più attenti all’ambiente,  come ad esempio a Londra, non viene più permesso di consumare altro suolo ma permettono di demolire e ricostruire per salvaguardare il verde rimasto.

Troppo spesso,  anche sul nostro territorio si è costruito in modo disordinato e brutto.  Basta guardarsi intorno per accorgersi che il nostro paesaggio è costellato da una miriade di costruzioni sparpagliate (fenomeno conosciuto come:  Urban sprawl) di cui molte sono incompiute da decenni. Queste case incompiute sono dei veri e propri catafalchi che deturpano in modo irrimediabile il nostro paesaggio.

20141004_111937Nonostante che il principio della tutela del paesaggio sia stato scritto nella nostra costituzione ( all’articolo 9 – è riportato : “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della  nazione”)  abbiamo ampiamente disatteso e violato questo indirizzo costituzionale costruendo ovunque e in posti in cui non si sarebbe dovuto come in luoghi franosi, sui greti dei fiumi o su faglie sismiche, come è avvenuto nella vicina città de L’Aquila

Evitare il consumo del suolo NON significa danneggiare il settore edile. Infatti,  basterebbe recuperare e restaurare ciò che è già costruito. Abbiamo un patrimonio  immobiliare fatto di case e palazzi storici che attendono il restauro  e che porterebbero vantaggi anche ad altri settori come  quello turistico. Basterebbe, quindi,  impegnare i fondi – già stanziati – per fare opere di costruzioni civili per il risanamento sismico/idrogeologico che avrebbe il vantaggio di portare  un vero e virtuoso rilancio economico dell’Italia.20141004_105548

 

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