Archivi del mese: agosto 2014

Nuove proposte, vecchie dimenticanze

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L’Italia detiene il primato mondiale per avere il maggior numero di siti riconosciuti dall’Unesco quali Patrimonio Mondiale dell’Umanità (50 su 779). Tuttavia nella classifica mondiale del turismo  (UNWTO) il bel paese si piazza solo al quinto posto nel 2013 con quasi 48 milioni di turisti internazionali ed è il terzo paese più visitato d’Europa dopo Francia e Spagna. I turisti che hanno visitato il nostro paese sono aumentati del 3% circa rispetto all’anno precedente ma potremmo fare molto di più.
Le aree come la Ciociaria, pur essendo ricche di attrazioni e ben collegate alla capitale, non hanno mai sfruttato in maniera significativa e sistematica il potenziale turistico.
Da uno studio della Camera di Commercio di Frosinone sulla “capacità attrattiva turistica della Provincia”, emerge infatti che il 68% delle attività ricettive dell’intera provincia di Frosinone si limitano ad operare nel campo della ristorazione e che circa il 75% delle presenze del territorio interessano la sola area di Fiuggi.
Quindi nelle altre zone le amministrazioni, con notevoli sforzi, cercano in qualche modo di inventare nuove attrattive che siano in grado di portare linfa vitale alle attività produttive e commerciali. C’è una inspiegabile tendenza a fare necessariamente cose sempre nuove, ma che nella maggior parte dei casi si rivelano iniziative che difficilmente avranno un seguito. Ben vengano nuove idee, purché però non siano effimere e non vadano a peggiorare lo stato delle cose.
Un episodio esemplare si è verificato recentemente nel comune di Monte San Giovanni Campano, che ha ospitato una ben riuscita manifestazione motoristica. Il percorso del Rally ha interessato diverse zone del comune e molti appassionati, anche venuti da fuori regione, si sono appostati in località Malanome per assistere all’evento.
Ma nessuno di loro sapeva che nel 1927 in quel posto (proprietà Bulgarini per l’esattezza)  furono rinvenute delle tombe preistoriche risalenti all’età del rame (III millennio a.c.). Probabilmente qualcuno sarebbe stato interessato a vivere il territorio come se fosse in una trasmissione di Discovery Channel, sapendo che in una di queste tombe fu rinvenuto un cranio davvero singolare (conosciuto con il nome di “Cranio di Casamari”). Esso infatti presenta dei segni di trapanazione ossea ed in alcuni punti del cranio sono ravvisabili inequivocabili segni di cicatrizzazione ossea, il che fa supporre che la trapanazione cranica venisse effettuata su paziente vivo, sicuramente per scopi medicali. Si tratta del primo cranio rinvenuto in Italia che presenta segni di trapanazione ossea, ovvero di neurochirurgia preistorica. Anche in diverse aree del mondo sono stati ritrovati crani simili, tra i quali l’esemplare più antico fu scoperto a Taforalt, remota località montana nel Marocco, risalente a 10.000 anni prima di Cristo.

Il cosiddetto cranio di Casamari è adesso in esposizione a Roma, presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, mentre altri resti delle sepolture di Malanome (vasi in terracotta, punte di freccia in selce ed accette levigate in pietra verde)
sono conservati presso il Museo Preistorico di Pofi.
Insomma tanti sforzi per inventare qualcosa in grado di attrarre turisti con manifestazioni effimere e poi non siamo in grado di far apprezzare le cose davvero straordinarie che abbiamo. Quanto meno se i visitatori venuti da fuori regione perché attratti dal rally lo avessero saputo, non avrebbero probabilmente lasciato l’immondizia tutta intorno al sito del ritrovamento preistorico (vedi foto).
 
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PENSIAMO GLOBALMENTE,
AGIAMO LOCALMENTE!

Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook)
Data di Pubblicazione  27 Agosto 2014
Ultima Revisione: 27 Agosto 2014

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Antichi Saperi: l’olio di semi di faggio

Leggendo un vecchio libro ho trovato un riferimento all’olio di semi di faggio che ha suscitato il mio interesse. Non avendone mai sentito parlare ho iniziato ad approfondire l’argomento, immaginando da subito che si trattasse di un’antica pratica oramai in disuso. Così mi sono imbattuto in una interessante descrizione delle caratteristiche organolettiche e del metodo di produzione che vorrei condividere con voi, nell’ottica della riscoperta degli “antichi saperi”.
Riporto qualche paragrafo (notare il caratteristico linguaggio scientifico ottocentesco) tratto dall’Enciclopedia di Chimica Scientifica ed Industriale – Volume Sesto edita nel 1873 e disponibile gratuitamente online per la consultazione all’indirizzo: http://goo.gl/6RcBvc.

“I semi di faggio contengono un olio fluido di sapore dolce il quale può essere spremuto e utilizzato nell’economia domestica come commestibile e come combustibile. Nella fine del secolo scorso (1700) in Francia fecero esperienze accurate sulla quantità e la qualità dell’olio di faggio e da un calcolo dell’agronomo Baudin, fu desunto che raccogliendo i semi dal bosco di Compiègne (quale era in allora) si avrebbe potuto ottenere tanto olio da bastare molti anni agli abitanti del luogo.” […]

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“I semi del faggio forniscono il 17 per 100 di olio il quale quando fu ben preparato ha colore abraceo senza odore e di sapore molto dolce, se dalle mandorle fu separata la corteccia e la pellicola. Non è troppo fluido. Raffreddandolo si solidifica a -17° ed ha la densità di 0,922 a 15°. Può supplire all’olio di olive e possiede la preziosa proprietà di conservarsi non rancido più a lungo che gli altri olii, anzi si afferma che migliori nell’ invecchiare e che dopo cinque anni sia di gusto più delicato e che si mantenga non guasto per dieci e fino per venti anni. ” […]

“Berthollet, l’Héritier e Tissot furono incaricati dal Governo (Francese) di quel tempo di compilare due istruzioni relative alla raccolta dei semi di faggio ed all’estrazione dell’olio donde si possono ritrarre buoni insegnamenti anche al presente. L’Italia non è scarsa ne suoi alti monti di faggi di alto fusto e però potrebbe volgere la propria attenzione sopra un industria che tornerebbe vantaggiosa per più titoli ed in ispecie al presente in cui gli olii commestibili e per saponi raggiunsero un prezzo elevato quantunque non s’adoprino più di frequente nelle lampade e lucerne, avendovi surrogato il petrolio. Noi daremo un riassunto di quanto fu indicato come conveniente su tale argomento. Verso la fine di settembre si farà la raccolta dei semi i quali poi dovranno essere stesi in istrato sottile in luogo secco ben aerato e guardato dal sole. Per agevolare la disseccazione fu trovato opportuno indirizzare una corrente d’aria calda nel detto luogo, credendosi anzi che ciò facendo la quantità di olio risulti maggiore. I semi già secchi devono essere vagliati per separarne i vuoti ed i tarlati; si può anche farne la cernita a mano, ma vi occorre troppo tempo; si può gittarli nell’aria come si fa pel frumento.” […]

I semi del faggio hanno il loro mandorlo chiuso in un guscio cui succede immediatamente una pellicella che dà cattivo sapore all’olio. Nel modo più rozzo di operare si spremono i semi senza toglierne il guscio e con ciò si perde 1/7 dell’olio che si ricaverebbe dalle mandorle sbucciate, come fu verificato per mezzo dell’esperienza. Per isbucciarli si fanno passare fra due macine somiglianti a quelle dei molini comuni ma talmente discostate che non facciano altro che frangere i gusci. Rimane la pellicola che si può togliere scuotendo le mandorle scortecciate entro un sacco e poi vagliandole.  Quando si abbiano i semi preparati nel modo disegnato si dovranno ridurre in pasta con uno dei mezzi seguenti:

  1. Si portano al molino a pila e si pilano a colpi moderati avendo cura di aggiungervi dell’acqua di tempo in tempo, per trasfondere coesione alla pasta, che poi si sottopone al torchio come si fa per gli altri semi oleiferi. Basta 1 parte d’acqua per 15 parti di semi da pestare e il pestamento dura un quarto d’ora incirca. Si conosce che è a termine allorchè spremendo un po di pasta tra le dita l’olio ne schizza fuori
  2. Si possono anche sottomettere allo schiacciamento delle macine verticali di pietra dura come si usano per altri casi.
  3. Ma il metodo migliore è quello della macinatura. Scortecciati i semi, dapprima si riducono in farina grossolana che indi si sminuzza di più in un molino da cereali. Usando qualche cautela cioè che la macina non giri troppo veloce e l’aria possa rinfrescarla non si ha da temere l’inconveniente che s’ingrassi.
  4. Ridotti in farina sottile se ne fa pasta con acqua che si spreme sotto il torchio come per gli altri semi oleiferi valendosi dei torchi o pressoi usati per l’olio d’olivo e pei semi oleiferi. Allorché non ne geme più olio si riporigono le focacce sotto macine verticali si inaffiano con acqua tiepida che agevola l’uscita dell’olio gonfiando le mucilagine si rimette al pressoio la seconda pasta e se ne ricava un olio di seconda qualità. Talvolta si prendono le seconde focaccie si rimettono sotto le mole verticali si bagnano con acqua bollente e si riesce ad una terza proporzione di olio che riesce di qualità inferiore.
Giovanni Gasparri
Monte San Giovanni Campano, 26Agosto 2014
 

PENSIAMO GLOBALMENTE,
AGIAMO LOCALMENTE!

Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook)
Data di Pubblicazione  26 Agosto 2014
Ultima Revisione: 26 Agosto 2014

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Da soli non si può

Volontario in azione presso Casamari

Volontario in azione presso Casamari

Le problematiche ambientali che sono presenti sui nostri territori ci sono note.
La pretesa di qualcuno di chiedere che l’associazione Lamasena possa affrontare l’intero scenario delle emergenze è inopportuna per molte ragioni.
Con tale pretesa si chiede, in sostanza, al circolo di occuparsi dei problemi sperando – così – di aver esaurito il proprio compito di cittadino e, quindi, auto assolversi dalla responsabilità morale verso la collettività e l’ambiente. A questi ricordo che ognuno può entrare a far parte dell’associazione assumendo un ruolo da cui potrebbe dare un contributo fattivo.

I temi in gioco sono tanti e richiedono impegni cospicui per costruire proposte e azioni concrete. Alcuni esempi:

  • Censimento delle discariche disseminate sul territorio per sviluppare azioni di bonifica a cura del volontariato o delle istituzioni
  • Inquinamento elettromagnetico e luminoso
  • Raccolta differenziata, RAEE, Isola ecologica ….
  • Progetti di valorizzazione delle aree verdi concesse in adozione
  • Educazione ambientale. Ciò richiede la preparazione di temi da sottoporre, soprattutto, ai giovani.
  • Valorizzazione delle bellezze naturali e storiche per migliorare l’attrattività turistica dei nostri comuni
  • Consumo dissennato del suolo e studio delle possibili azioni di contrasto
  • Creare/rafforzare percorsi di collaborazione con altre associazioni locali per essere più determinanti nelle nostre proposte
  • Lavorare all’interno dei comitati istituzionali regionali in cui si scrivono le leggi di salvaguardia dell’ambiente, come – ad esempio – le nuove proposte legislative sullo smaltimento dell’amianto e sull’istituzione dei nuovi parchi.

Tale elenco non esaurisce affatto l’insieme delle attività su cui il circolo potrà misurarsi. Tuttavia, sappiamo con certezza che da soli non potremmo affrontare il tutto!

Colle Cipullo, sono terminati i lavori estivi di giardinaggio

IMG-20140809-WA0014 09/08/14 – Con gli interventi di oggi, sono stati conclusi i lavori per il ripristino della piena fruibilità dell’area verde attrezzata di Colle Cipullo, in adozione a Lamasena

Nella giornata corrente,  i volontari del circolo Lamasnea hanno eseguito lavori di giardinaggio e di pulizia dell’area, il cui dettaglio è riassunto nel riepilogo:

  1. Eliminazione  dei rovi lungo tutto lo steccato perimetrale dell’area
  2. Pulizia dalle cartacce
  3. Alcune potature dei rami secchi
  4. Pulizia dall’erba infestanti nelle pertinenze delle panchine ed intorno gli alberi
  5. Eliminazione erbacce  lungo i varchi d’ingresso all’area verde

L’azione odierna completa le attività di pulizia che sono state eseguite sia dai volontari del circolo Lamasena,  domenica 3/08/14, sia dall’amministrazione comunale attraverso lo sfalcio meccanico sulla parte di terreno residuale,  non ancora pulita   dopo l’intervento del 3 agosto scorso.

Le attività eseguite hanno restituito l’area alla piena fruibilità del parco da parte dei cittadini che potranno godere di uno spazio ludico e di ristoro.

Nella galleria fotografica seguente , alcuni momenti della giornata e i luoghi dell’intervento.

Si fa festa con la Consulta dell’Impegno Civile

Il 19, 20 e 21 settembre prossimi, si svolgerà la seconda edizione della Festa dell’Impegno Civile. Festa itinerante tra le frazioni del comune di Monte San Giovanni Campano.
Quest’anno è stata scelta la piazza Aldo Moro nella  frazione di Colli.
Il circolo LAMASENA è uno dei principali partner dell’organizzazione della manifestazione che rappresenta la vetrina dell’associazionismo locale e che  raccoglie  già l’adesione di 15  enti di volontariato.
Quest’anno, la  festa si finanzierà attraverso una lotteria a premi che offre molte opportunità di vincere: Buoni Acquisto, Tablet,  confezione di olio biologico, cene per degustare i piatti della ricca tradizione culinaria ciociara, e tanto altro ancora….

Siamo alla seconda edizione della manifestazione che ambisce a creare la rete di persone e d’idee che sono il pre-requisito di ogni emancipazione territoriale.  Come dicemmo l’anno scorso, dal palco della prima edizione,   noi crediamo che la condivisione delle idee e l’aiuto reciproco permettono  un arricchimento di tutti.  Non mancò, in quella occasione,  di enunciare la bella citazione di George Bernard Shaw: ” se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce la scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce la scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.  

Alcune problematiche emerse nella manutenzione di Colle Cipullo

20140804 IMG-20140803-WA0002Il 3 agosto scorso, alcuni volontari del circolo Lamasena hanno effettuato un intervento manutentivo nell’area verde di Colle Cipullo.

L’obiettivo previsto era di sfalciare l’erba infestante sui circa 10.000 mq dell’area.

Alla prova dei riscontri sulla specifica attività,  il parco verde presenta un terreno accidentato, irto di speroni di roccia. Tale conformazione implica che l’attività di sfalcio richiederebbe risorse,  perizie e mezzi ben al di sopra delle disponibilità di cui dispongono  i volontari.   Per la suddetta ragione il circolo ha evidenziato alle istituzioni preposte che l’attività di sfalcio dell’erba deve, più giustamente,  poter essere classificata di tipo straordinaria e, quindi, di competenza dell’ente comunale che, con le sue maggiori risorse, ha la facoltà di disporre di mezzi meccanici professionali più idonei.  Ai volontari potrebbero  essere, invece, riservate le attività di completamento.

Naturalmente, i volontari non intendono sottrarsi allo spirito di sussidiarietà che ha ispirato  il loro agire. Anzi, essi chiedono alle istituzioni un rinnovato patto di reciproco aiuto per la corretta manutenzione dell’area al fine della libera fruibilità da parte di tutti i cittadini.

Infatti, è solo attraverso l’unione delle risorse del volontariato e delle istituzioni si potrà curare tutta l’area in maniera più efficiente.

Per i prossimi giorni è programmata un’altra giornata di sflacio dell’erba mediante i decespugliatori dei volontari del circolo Lamasena.  Con tale seconda giornata di lavoro si ha la speranza di completare l’opera