Archivi del mese: gennaio 2015

Rifiuti Zero – l’esempio di Capannori

20150116 CapannoriL’obiettivo dei  rifiuti zero deve essere un motivo ricorrente su  cui impegnare le nostre risorse e il nostro attivismo sui temi dell’ecologia e dell’ambientalismo.

Sui nostri territori assistiamo a fenomeni che, purtroppo,  hanno forti similitudini con  certe bidonville in cui i rifiuti sono abbandonati o bruciati in modo scellerato e criminoso.

L’obiettivo del rifiuto zero  può essere la leva in grado di cambiare il  paradigma culturale  per cui,  il problema immondizia,  può diventare una opportunità economica, ad iniziare dal riuso – come materia prima – di tutto ciò che viene buttato via.

Il processo  si può innescare  cercando una contaminazione culturale con chi ha già dato prova di riuscire a vincere la sfida dei rifiuti zero.   Ossia, agli attuali amministratori,  e  a quelli che hanno ambizioni ad esserlo,  è richiesto di far visita alla vicina  Capannori  (in prov. di Lucca) per chiedere spiegazioni sul tema ad un mite maestro elementare: Rossano Ercolini, premiato da Obama con il Goldman Environmental Prize 2013, l’equivalente del premio Nobel per l’ambiente.

Durante la visita si scoprirebbe che i miracoli sono ancora possibili constatando che i cittadini di Capannori riescono a riciclare l’85% dei rifiuti pagando una tariffa più bassa di tutta la regione di appartenenza, la Toscana.

Non bisogna sottovalutare che il fenomeno delle micro discariche, disseminate ovunque sui nostri territori, trovano una loro amplificazione proprio laddove è praticata la raccolta differenziata. Tale incremento è, probabilmente, legato al fatto che i cittadini (tra i meno virtuosi) non avendo più a disposizione il cassonetto di prossimità eleggono a discarica qualunque posto, più o meno protetto da sguardi indiscreti.

Quindi, sembra evidente che l’attuazione della raccolta differenziata debba sempre essere accompagnata da fattori di supporto quali l’avvio dell’isola ecologica e un monitoraggio puntuale del territorio che dia luogo ad azioni sanzionatorie verso coloro che effettuano conferimenti illeciti dei rifiuti.

Purtroppo, nei nostri comuni si differenzia pochissimo e siamo tra gli ultimi nel riciclo e non abbiamo nemmeno forti ambizioni di riscatto. Tuttavia, abbiamo una notevole forza che parte dal basso, dai singoli cittadini e dalle tante associazioni ambientaliste che devono trovare una sintesi comune per aiutare o innescare quel cambiamento culturale nelle istituzioni, qualora quest’ultime rimanessero indifferenti rispetto all’indifferibile necessità d’intraprendere una vera battaglia a difesa dell’ambiente.

Recesso dalla convenzione di affidamento delle aree verdi Colle Cipullo e Antera

DSC_1605In data 12/10/2014, il circolo Lamasena ha presentato istanza di recesso dalla convenzione di affidamento delle due aree verdi attrezzate di Colle Cipullo e Antera, in località Bagnara di Monte San Giovani Campano.

La cronistoria della convenzione di affidamento e le problematiche che sono emerse sono descritte di seguito. Il circolo Lamasena presentò a novembre 2013 una richiesta di adozione di una o più aree verdi per curarne la manutenzione e la pulizia secondo il principio ispiratore della sussidiarietà tra cittadini e istituzioni. Dopo incontri con l’amministrazione comunale e successive riletture del contratto di convenzione, che si stava redigendo, si giunse alla firma del documento  tecnico di affidamento in data 31/05/2014.   Purtroppo, già dai primi interventi manutentivi, il circolo Lamasena ha subito evidenziato, agli organi competenti, la difficile situazione morfologica e il cattivo stato manutentivo degli arredi urbani presenti nelle aree che penalizzava l’operatività e la sicurezza dei volontari del circolo.  Pertanto, la cura delle stesse avrebbe richiesto risorse finanziarie che non erano e non sono nella disponibilità dell’associazione.

A fronte di tale constatazione, abbiamo cercato di sollevare il problema e di comunicare all’amministrazione, in modo chiaro, che le attività che l’associazione avrebbe potuto esprimere a favore delle due aree verdi potevano essere solo nella fornitura di lavoro manuale di tipo volontario. Ossia, curare la pulizia delle aree, effettuare la piccola potatura degli alberi che non richiedono scale o carrelli elevatori, effettuare la piccola manutenzione degli arredi e sfalciare l’erba nelle aree adiacenti agli arredi urbani. Abbiamo, altresì, chiesto che le attività che comportavano impegni economici rilevanti dovevano essere accollati dall’amministrazione.

Tale spirito di sussidiarietà è, tra l’altro, la traccia che ci ha guidato nel DSC_1593chiedere l’adozione di un luogo. Purtroppo, tale spirito non è stato recepito in modo intelligibile nella convenzione per ragioni che possono essere ascritte alla mancanza di una giurisprudenza non ancora lungimirante e matura rispetto alle forme di collaborazione tra cittadini e istituzioni per la salvaguardia dei beni comuni.

Il problema è stato, inoltre, amplificato anche dal divieto – imposto al circolo – di potersi avvalere di eventuali facilitazioni per la ricerca di risorse finanziarie suppletive per far fronte agli impegni economici che richiedeva la manutenzione di quelle aree verdi (del tipo: sviluppare attività commerciale marginale, prevedere una convenzione pluriennale per almeno 5 anni per ottenere le titolarità formali delle aree, ecc..).

Le difficoltà che abbiamo riscontrato nella fase di manutenzione le abbiamo rese pubbliche ( https://lamasena.net/2014/08/04/alcune-problematiche-emerse-nella-manutenzione-di-colle-cipullo/ ) e sono state oggetto di una fitta corrispondenza con le istituzioni.

Alle condizioni date, e di fronte all’impossibilità di poterle modificare, abbiamo ritenuto necessario formalizzare, il 12/10/2014, la nostra revoca unilaterale della convenzione di affidamento avvalendosi dell’art. 8 della convenzione suddetta.