Archivi del mese: giugno 2014

Classificazione sismica

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Per ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato, e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche. La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative a livello internazionale prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio debba sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane. Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984 avevano classificato complessivamente 2.965 comuni italiani su di un totale di 8.102, che corrispondono al 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione. Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo. A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003. Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 – “Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale.

Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti
Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti
Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari
Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari

Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, che diviene zona 4, nel quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g).   L’attuazione dell’ordinanza n.3274 del 2003 ha permesso di ridurre notevolmente la distanza fra la conoscenza scientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi e ha portato a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all’uso di tecnologie innovative.

Le novità introdotte con l’ordinanza sono state pienamente recepite e ulteriormente affinate, grazie anche agli studi svolti dai centri di competenza (Ingv, Reluis, Eucentre). Un aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), previsto dall’opcm 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006. Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’Opcm n. 3519, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche. Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06)

Zona sismica Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag)
1 ag >0.25
2 0.15 <ag≤ 0.25
3 0.05 <ag≤ 0.15
4 ag ≤ 0.05

Nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, alcune Regioni hanno classificato il territorio nelle quattro zone proposte, altre Regioni hanno classificato diversamente il proprio territorio, ad esempio adottando solo tre zone (zona 1, 2 e 3) e introducendo, in alcuni casi, delle sottozone per meglio adattare le norme alle caratteristiche di sismicità. Per il dettaglio e significato delle zonazioni di ciascuna Regione, si rimanda alle disposizioni normative regionali (24 Kb). Qualunque sia stata la scelta regionale, a ciascuna zona o sottozone è attribuito un valore di pericolosità di base, espressa in termini di accelerazione massima su suolo rigido (ag). Tale valore di pericolosità di base non ha però influenza sulla progettazione. Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008), infatti, hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona – e quindi territorio comunale – precedentemente veniva fornito un valore di accelerazione di picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche. Dal 1 luglio 2009 con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali. La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del comune) rimane utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo del territorio da parte degli enti preposti (Regione, Genio civile, ecc.).

Classificazione sismica e climatica provincia di FR

Comune Rischio Sismico Zona Climatica Gradi Giorno
Acquafondata 1 E 2.839
Acuto 2B E 2.519
Alatri 2B E 2.102
Alvito 1 D 1.938
Amaseno 3A C 1.330
Anagni 2B D 1.911
Aquino 2A C 1.286
Arce 2A D 1.602
Arnara 2B D 1.860
Arpino 1 E 2.123
Atina 1 E 2.127
Ausonia 2B D 1.469
Belmonte Castello 1 D 1.804
Boville Ernica 2B D 1.942
Broccostella 1 E 2.138
Campoli Appennino 1 E 2.374
Casalattico 1 D 1.851
Casalvieri 1 D 1.757
Cassino 2A C 1.164
Castelliri 2A D 2.080
Castelnuovo Parano 2B D 1.698
Castro dei Volsci 2B D 1.831
Castrocielo 2A D 1.585
Ceccano 2B D 1.775
Ceprano 2B C 1.324
Cervaro 1 D 1.527
Colfelice 2A/2B D 1.425
Colle San Magno 1 E 2.103
Collepardo 2B E 2.266
Coreno Ausonio 2B D 1.717
Esperia 2B D 1.811
Falvaterra 2B D 1.904
Ferentino 2B D 1.913
Filettino 2B F 3.088
Fiuggi 2B E 2.496
Fontana Liri 2A D 1.523
Fontechiari 1 D 1.759
FROSINONE 2B E 2.196
Fumone 2B E 2.533
Gallinaro 1 E 2.131
Giuliano di Roma 2B D 1.822
Guarcino 2B E 2.272
Isola del Liri 1 D 1.614
Monte San Giovanni C. 2A D 2.028
Morolo 2B D 2.044
Paliano 2B D 1.984
Comune Rischio Sismico Zona Climatica Gradi Giorno
Pastena 2B D 1.878
Patrica 2B E 2.133
Pescosolido 1 E 2.346
Picinisco 1 E 2.407
Pico 2B D 1.478
Piedimonte San Germano 2A C 1.284
Piglio 2B E 2.330
Pignataro Interamna 2A C 1.211
Pofi 2B E 2.158
Pontecorvo 2B C 1.200
Posta Fibreno 1 D 1.859
Ripi 2B E 2.150
Rocca d’Arce 1 E 2.107
Roccasecca 2A D 1.589
San Biagio Saracinisco 1 E 2.658
San Donato Val di C. 1 E 2.333
San Giorgio a Liri 2B C 1.099
San Giovanni Incarico 2B D 1.499
San Vittore del Lazio 1 D 1.507
Sant’Ambrogio sul G. 2B C 1.347
Sant’Andrea del G. 2B D 1.636
Sant’Apollinare 2B C 1.184
Sant’Elia Fiumerapido 1 C 1.311
Santopadre 1 E 2.414
Serrone 2B E 2.566
Settefrati 1 E 2.477
Sgurgola 2B D 1.962
Sora 1 E 2.150
Strangolagalli 2B D 1.830
Supino 2B D 1.906
Terelle 1 E 2.715
Torre Cajetani 2B E 2.595
Torrice 2B D 1.981
Trevi nel Lazio 2B E 2.604
Trivigliano 2B E 2.527
Vallecorsa 3A D 1.786
Vallemaio 2B D 1.713
Vallerotonda 1 E 2.272
Veroli 2B D 2.014
Vicalvi 1 E 2.148
Vico nel Lazio 2B E 2.418
Villa Latina 1 E 2.107
Villa Santa Lucia 2A D 1.726
Villa Santo Stefano 2B D 1.517
Viticuso 1 E 2.661

Sismicità storica della Provincia di Frosinone

20140623-1Il Lazio meridionale è caratterizzato da una notevole attività sismica lungo la catena appenninica e da una modesta sismicità – o assenza di sismicità – lungo la fascia litorale tirrenica. L’area del frusinate, in particolare, è stata interessata nel passato da uno dei più grandi eventi sismici appenninici conosciuti – il terremoto del 9 settembre 1349, con epicentro a nordest di Cassino. Inoltre, quest’area ha risentito degli effetti di forti terremoti con epicentro nelle Regioni limitrofe, come l’evento del 5 dicembre 1456 (Molise, M=7.2) e il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915 (M=7.0), che produsse gli effetti più gravi soprattutto lungo la Valle del Liri e nel sorano. Il massimo sismico locale per il sorano (IX-X grado Mercalli) è stato prodotto dal terremoto del 14 luglio 1654. La parte nord-orientale della provincia di Frosinone (Ciociaria e Cassinate) presenta una sismicità frequente, con numerosi eventi di magnitudo superiore a 5.0, riportati nel catalogo dei terremoti storici.

Principali terremoti storici Nella tabella vengono elencati i terremoti storici con epicentro nel territorio del frusinate che hanno prodotto effetti pari o superiori al VI-VII grado nella scala proposta da Mercalli, Cancani e Sieberg (MCS).

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Per quanto riguarda la classificazione sismica, la quasi totalità dei comuni dell’area è stata classificata fin dal 1915, a causa delle gravi conseguenze causate dal terremoto del Fucino (es. 255 vittime a Sora, 75 a Isola Liri). Altri comuni importanti sono Alvito, Fontechiari, Gallinaro, Posta Fibreno, Arpino, Atina, Pescosolido, Rocca d’Arce, San Donato Val Comino, Terelle, tutti oggi classificati in zona1.

Un cenno meritano infine gli studi di microzonazione, di particolare importanza ai fini della pianificazione urbanistica e di emergenza. A questo proposito si ricorda che i comuni dell’area interessata dal terremoto di magnitudo 4.8 del 16 febbraio 2013 (Alvito, Sora, Posta Fibreno, Isola Liri) sono stati oggetto degli studi di MS realizzati con i fondi dell’art.11, legge n. 77 del 24 giugno 2009, e già validati dalla Commissione tecnica relativa all’Opcm n. 3907.

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TERREMOTO  COSA FARE…

20140623-7I terremoti non si possono evitare. Nella nostra provincia sfortunatamente un forte terremoto distruttivo è molto probabile. E’ comunque bene conoscere alcune misure da adottare nel caso in cui si verifichi una scossa sismica. L’unica arma per la riduzione del rischio sismico è la prevenzione. Questa comprende la classificazione sismica dei Comuni, la costruzione di edifici importanti secondo le normative tecniche antisismiche, la realizzazione di piani di emergenza.

prima del terremoto:

  • Informarsi sulla classificazione sismica del Comune in cui risiedi.
  • Informarsi dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori elettrici.
  • Fissare al muro gli arredi più pesanti.
  • Tenere in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, batterie di scorta.

durante il terremoto:

  • Se ci si trova in un luogo chiuso riparasi sotto una porta in un muro portante, sotto un tavolo, in un angolo.
  • Evitare scale ed ascensori.
  • Staccare subito la corrente e chiudere il gas, in modo da prevenire il rischio di incendio.
  • Accendere la radio a pile! Le principali emittenti locali trasmettono informazioni aggiornate sulla situazione.

dopo il terremoto:

  • Uscire con prudenza, indossando le scarpe.
  • Se ci si trova all’aperto allontanarsi da costruzioni e linee elettriche, potrebbero crollare.
  • Raggiungere uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.

Evitare di usare il telefono per non sovraccaricare le linee e l’automobile, per non intralciare i soccorsi. 

Assicurarsi dello stato di salute delle persone attorno a se.

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Walter Vona

Firmata la Convenzione per l’affidamento di due aree verdi al Circolo Legambiente Lamasena

DSC_1602M.S.G.C.  Il 31 maggio scorso  è stata firmata la convenzione attraverso la quale l’amministrazione comunale affida al circolo Lamasena le aree verdi di Antera e Colle Cipullo,  site in località Bagnara.

Tale atto regolamenta  il perimetro all’interno del quale i volontari del circolo potranno offrire la propria azione di volontariato a favore di quelle aree.

La genesi della convenzione  ha avuto inizio a dicembre 2013 con la proposta di adozione avanzata – dal presidente dell’associazione Lamasena – al sindaco di Monte San G. C.

A seguito di un successivo incontro tra le parti,  in cui furono illustrati i propositi di questa nuova forma di sussidiarietà tra cittadini e amministrazione pubblica, la giunta comunale  deliberò – a gennaio scorso –  la concessione richiesta.

Dopo tale atto politico si rese necessario creare un vademecum che potesse garantire sia le  parti direttamente coinvolte sia, soprattutto, il diritto dei cittadini di continuare a fruire liberamente delle aree verdi concesse in adozione.

Le difficoltà incontrate nella stesura della convenzione sono state legate all’assenza di una esperienza pregressa che potesse fare da esempio. Tuttavia, grazie soprattutto all’impegno dell’avv. F. Patrizi, attuale assessore al bilancio, è stato possibile giungere alla stesura definitiva e condivisa del documento di accordo.P1090734

L’obiettivo che ci si aspetta con tale adozione è quello di poter custodire le due aree pubbliche, tenerle pulite  e cercare di apportare, eventuali,  migliorie  laddove l’usura del tempo e i vandalismi hanno causato un decadimento nella fruibilità delle stesse aree.

Un doveroso ringraziamento va al sindaco di Monte San G. C. che ha saputo cogliere le nuove istanze, provenienti dai cittadini,  che sempre più chiedono un loro maggiore coinvolgimento nella gestione dei Beni Comuni.

Tale esperienza di adozione,  sviluppata a Monte San Giovanni C.,  è stata rilanciata e pubblicizzata dall’associazione nazionale LABSUS.  Quest’ultima ha il merito di aver redatto,  in collaborazione con il comune di Bologna, il primo regolamento comunale di amministrazione condivisa dei Beni Comuni.

È bene riportare il motto che campeggia sul sito web di LABSUS che ben rappresenta il sentimento che condividono i volontari del circolo Lamasena: “Il Nostro obiettivo è semplice:  Convincerti che ti conviene prenderti cura dei luoghi in cui vivi, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della tua vita. Il tempo della delega è finito. L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali “.

Per la lettura dell’articolo di LABSUS si riporta il link seguente:  http://www.labsus.org/2014/03/a-monte-san-giovanni-campano-si-adotta-un-parco/ .

Quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito

In un paese di corrotti ci sono salottieri che si ingegnano a costruire fantasiose argomentazioni per minare le buone iniziative che nascono sul territorio.

In risposta alle falsità che costoro costruiscono con pervicacia contro il circolo Lamasena,  proviamo a rispondere alle provocazioni affinché non passino i falsi messaggi  che loro accreditano,  pubblicamente,  come verità indiscutibili.

Ebbene, costoro  ci hanno contestato che la pulizia del sito Pozzillo non andava fatta per almeno tre ordini di motivi  che qui enunciamo e di cui si fornisce una conseguente risposta.

1) C’è stato detto che “prima di effettuare le bonifiche a valle di ogni corso d’acqua bisogna pulire a monte per evitare che le piene riportino a valle i rifiuti”.  In risposta, si può dire che i suddetti signori  hanno raccontato una fantastica storia senza mai sporcarsi le mani e senza verificare sul campo cosa si è fatto.  Ebbene, la bonifica ha riguardato – soprattutto – oggetti ingombranti che NON sono stati portati a valle dalle correnti ma sono giunti a Pozzillo per mano diretta dell’uomo. Inoltre, si è effettuato lo sfoltimento dagli arbusti infestanti che avevano reso inaccessibile tutta l’area. Quindi la bonifica andava fatta ed era necessaria.

2)Prima di occuparsi di Pozzillo bisogna denunciare la presenza degli sversamenti che sono a monte del sito”. In risposta, si può dire che le denunce vanno fatte come lo fa Legambiente,  presentando da anni il più completo Rapporto italiano sull’Ecomafia, la quale prospera in un paese in cui la corruzione e il sospetto la fanno da padroni . Anche il circolo Lamasena collaborerà nelle prossime edizioni del Rapporto suddetto operando di concerto con l’organizzazione nazionale per dare peso alle sue denunce. Nel frattempo, tutto il circolo Lamasena si è già speso per l’importante azione collettiva a difesa della valle del Sacco effettuando una grande raccolta firme per chiedere, tra l’altro,  alle istituzioni di bloccare gli sversamenti inquinanti  che avvengono sugli 80 chilometri del fiume Sacco.

3)La pulizia a Pozzillo non andava fatta perché essa è un’area privata”. Qui si risponde che l’alveo dei torrenti e dei fiumi è demaniale come lo sono le aree di golena (Legge n°36/1994 – legge Galli – TAR Lazio, LT, n. 424/2011.). Solo parzialmente, è stato pulito un locale del vecchio mulino su cui il circolo ha lanciato l’idea di annetterlo alla proprietà demaniale per portarlo al godimento dell’intera collettività. A maggior ragione,  il mulino è in completo abbandono  da più di cinquant’anni e la sua proprietà è dissolta in una miriade di persone.

Ai salottieri nostrani non resta che ricordare la massima sugli stolti: Quando il dito indica la luna  lo stolto guarda il dito.

Il Circolo Lamasena

Digressione

Il 07 giugno 2014 si è svolta la giornata ecologica sul sito carsico Pozzillo, ubicato in località Colli di Monte San Giovanni C. La giornata di pulizia e bonifica ha visto il contributo di tanti,  per cui il tentativo di … Continua a leggere

Presentazione della Consulta dell’Impegno Civile

10339533_10202087161646761_4138709855116706456_oM.S.G.C. – Il prossimo 26 Giugno 2014 alle ore 18.00, a M.S.G.C. (FR), presso Sala Teatro “Cimello”,  11 associazioni presentano la prima Consulta dell’Impegno Civile, una realtà che sta scuotendo positivamente la città di Monte San Giovanni Campano, un laboratorio di civiltà e di riscossa civica con l’obiettivo di costruire una comunità a dimensione di tutti, nessuno escluso.  “Tutto nasce da un’intuizione di alcuni amici – spiega il presidente della Consulta, Sergio Bianchi – di rendere concreti e attuabili i doveri di cittadinanza, prima ancora dei diritti di cittadinanza, per non piegarsi a questa crisi e costruire insieme una città a dimensione di famiglia, valorizzando la logica (oggi desueta) del NOI, mettendo all’angolo quella (predominante) dell’IO”. La logica del noi, del dialogo, della partecipazione, sono convinti i vertici delle associazioni che aderiscono alla Consulta, contribuisce al superamento di questo degrado diffuso, di questo abbandono e questo buio imperante sul territorio.

Tutto comincia a Settembre 2013 con una Festa (dell’Impegno Civile) in cui 13 associazioni portarono in piazza, a La Lucca, le eccellenze del paese, per condividerle, esaltarle e promuoverle. Un’iniziativa che valorizzò tutto quello che era del territorio, percorsi ambientali, libri di autori locali, concerti, rassegne, stand gastronomici, solidarietà, e tanto altro. Fu un successo, dell’iniziativa parlarono anche siti web internazionali tradotti in 7 lingue.

Da quella manifestazione coraggiosa, in tempi di vuoto, crisi e paura, emerse la determinazione di uomini (per lo più volontari) che hanno ammesso pubblicamente di dover dare un contributo per cambiare in modo positivo la città, riscoprendo orizzonti di bellezza e dignità prima trascurati.

“Dopo la Festa dell’Impegno Civile, abbiamo deciso di andare avanti, di partecipare ad una rivoluzione di cambiamento. Decidiamo così di affrontare un argomento scottante per la nostra comunità – prosegue Sergio Bianchi, uno degli artefici di questo ambizioso progetto –  il tema della prevenzione e della sicurezza. A Febbraio portiamo in piazza un convegno su “PIANO di PROTEZIONE CIVILE, METTIAMOCI AL SICURO” (Febbraio 2014), costringendo l’amministrazione a perfezionare quanto prescritto dal ns. ordinamento. Intervenne in quell’occasione tutto l’ordine dei Geologi Italiani, il giornalista Rai Umberto Braccili (che ha seguito inchieste terremoto dell’Aquila) e altre personalità del mondo accademico”.

Quei cittadini, quelli della Festa, del Convegno e di tanto altro, decidono, un mese fa, di ALLEARSI e di costituirsi in CONSULTA dell’Impegno CIVILE. Ad aderire sono state 11 Associazioni, tra queste la Misericordia, Gioventu’ Francescana, Associazione vittime universitarie sisma l’Aquila, Andea onlus, Civilmonte, Associazione Parrocchia Madonna del Pianto, Ass.ne Nazionale Carabinieri (anc), Legambiente circolo Lamasena, Fare insieme onlus, Ass.ne il Girasole, Associazione di promozione Sociale Tiziano Zoffranieri).

“Il prossimo 26 Giugno 2014 ci presentiamo insieme alla città – conclude Sergio Bianchi – per lanciare la sfida dell’unità, della resistenza al degrado morale, alla crisi, per recuperare il valore del dovere civico (di amare la propria città, di sostenerla, valorizzarla, proteggerla, unirla). Con noi una personalità illustre della RAI (Tg3), Gianni Bianco, che della logica del noi ne ha fatto un’opera, un capolavoro. Pagine che raccontano gesta eroiche di cittadini comuni che insieme hanno resistito al raket, alle mafie, al malaffare, storie di riscatto ed emancipazione, di lotta alla violenza, alla sopraffazione, all’omertà.”

Nell’occasione, attendiamo la partecipazione di tutte le associazioni locali che abbiano interesse a presentare domanda di adesione alla Consulta .