
In occasione dell’evento il circolo ha organizza una passeggiata che ha avuto lo scopo di avvicinare molti soci e curiosi ad una conoscenza più diretta della collinetta di Civitella con i suoi reperti archeologici e le sue più recenti radici rurali di fine ottocento ed inizio novecento.
Presso l’aia “Mengotte” è stato interpretato un racconto di Ugo Iannazzi (curatore tra l’altro, del museo delle Genti di Ciociaria di Arce) che ha fatto rivivere gli usi e le abitudini della civiltà rurale in cui l’aia ne era il fulcro sociale e lavorativo. Sono state rievocate le modalità con cui si trebbiava il grano e si mondava dalla pula (“cama“); si è riportato alla memoria il rito della scartocciatura del
granturco che declinava in serate di festa popolare con i tipici canti ciociari; si è parlato dell’aia come centro in cui si svolgevano le piccole attività commerciali con le lunghe discussioni tra i coloni e il proprietario terriero che imponeva le inique ripartizioni dei raccolti.

Il gruppo di escursionisti, proseguendo tra gli antichi sentieri di Civitella, ha potuto ammirare le mura poligonali/ megalitiche, che si estendono per circa 200 mt sulla sommità della collinetta e di cui ne restano importanti testimonianze, nonostante l’incuria e la mancata salvaguardia. Tali mura sono di II maniera e, si reputa, possano essere datate all’età del bronzo. Esse necessiterebbero di uno studio più accurato per definirne meglio sia la collocazione storica e sia l’identificazione più certa delle antiche popolazioni che hanno abitato tale luogo che, si suppone, siano state gli Ernici ( e , forse, i Volsci) che hanno condiviso le sorti delle vicine città di Arpino, Atina, Veroli, Anagni e Ferentino nella contrapposizione all’egemone potenza di Roma a cui hanno tenuto testa per circa 150 anni.
Nell’occasione, il ruolo di mascotte della passeggiata lo ha assunto un asinello dell’azienda Gallolarino che promuove, attraverso la passione del suo titolare Roberto Dalia, l’allevamento di razze rare autoctone come la gallina Ancona, la Pecora Quadricorna, i Pony di Esperia e la razza reliquia degli Asini dei Monti Lepini a cui appartiene, appunto, la mascotte della passeggiata.