L’obiettivo dei rifiuti zero deve essere un motivo ricorrente su cui impegnare le nostre risorse e il nostro attivismo sui temi dell’ecologia e dell’ambientalismo.
Sui nostri territori assistiamo a fenomeni che, purtroppo, hanno forti similitudini con certe bidonville in cui i rifiuti sono abbandonati o bruciati in modo scellerato e criminoso.
L’obiettivo del rifiuto zero può essere la leva in grado di cambiare il paradigma culturale per cui, il problema immondizia, può diventare una opportunità economica, ad iniziare dal riuso – come materia prima – di tutto ciò che viene buttato via.
Il processo si può innescare cercando una contaminazione culturale con chi ha già dato prova di riuscire a vincere la sfida dei rifiuti zero. Ossia, agli attuali amministratori, e a quelli che hanno ambizioni ad esserlo, è richiesto di far visita alla vicina Capannori (in prov. di Lucca) per chiedere spiegazioni sul tema ad un mite maestro elementare: Rossano Ercolini, premiato da Obama con il Goldman Environmental Prize 2013, l’equivalente del premio Nobel per l’ambiente.
Durante la visita si scoprirebbe che i miracoli sono ancora possibili constatando che i cittadini di Capannori riescono a riciclare l’85% dei rifiuti pagando una tariffa più bassa di tutta la regione di appartenenza, la Toscana.
Non bisogna sottovalutare che il fenomeno delle micro discariche, disseminate ovunque sui nostri territori, trovano una loro amplificazione proprio laddove è praticata la raccolta differenziata. Tale incremento è, probabilmente, legato al fatto che i cittadini (tra i meno virtuosi) non avendo più a disposizione il cassonetto di prossimità eleggono a discarica qualunque posto, più o meno protetto da sguardi indiscreti.
Quindi, sembra evidente che l’attuazione della raccolta differenziata debba sempre essere accompagnata da fattori di supporto quali l’avvio dell’isola ecologica e un monitoraggio puntuale del territorio che dia luogo ad azioni sanzionatorie verso coloro che effettuano conferimenti illeciti dei rifiuti.
Purtroppo, nei nostri comuni si differenzia pochissimo e siamo tra gli ultimi nel riciclo e non abbiamo nemmeno forti ambizioni di riscatto. Tuttavia, abbiamo una notevole forza che parte dal basso, dai singoli cittadini e dalle tante associazioni ambientaliste che devono trovare una sintesi comune per aiutare o innescare quel cambiamento culturale nelle istituzioni, qualora quest’ultime rimanessero indifferenti rispetto all’indifferibile necessità d’intraprendere una vera battaglia a difesa dell’ambiente.