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Sentiero Agrobiodiversità Ciociara

Sabato 01/12/2918  si è svolta con successo, presso l’Azienda Agricola dell’Istituto Agrario di Frosinone (I.I.S “Luigi Angeloni), la prima giornata del Progetto “Sentiero Agrobiodiversità Ciociara“.
Progetto promosso dall’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) in attuazione della Legge 194/2015 che sostiene progetti di conoscenza, tutela e valorizzazione della biodiversità, sia animale che vegetale, di interesse agricolo ed alimentare a rischio di estinzione e di erosione genetica.
Tra le finalità dell’iniziativa è stata anche messa in luce la relazione tra l’agrobiodiversità e i prodotti agroalimentari tradizionali (i cosiddetti PAT), con la multifunzionalità delle aziende agricole, la cultura rurale, la storia e l’economia del territorio, i sistemi di agricoltura sostenibile, la filiera corta, la trasmissione dei saperi e del saper fare tradizionali e l’educazione ambientale.
L’attività, per ora, rivolta principalmente agli studenti dell’Istituto Agrario di Frosinone Frosinone Istituto Tecnico Agrario e dell’Alberghiero ed Agrario “S. Benedetto di Cassino” Istituto San Benedetto Cassino ha visto la collaborazione di alcuni partner tra cui l’associazione Lamasena Circolo Legambiente e svariate aziende agricole del territorio ciociaro “custodi delle risorse genetiche” tra cui L’Az. Agr. Il Gallo Larino di Roberto Dalia, allevatore e custode della Pecora Quadricorna, dell’Asino dei Monti Lepini ed del Pollo Ancona, L’ Azienda Agricola Biodinamica Palazzo Tronconi – Osteria&Cantina con i suoi vitigni autoctoni, Pamapanaro, Lecinaro, Maturano bianco e nero, Capolongo bianco e l’Olivella nera… L’Az. Agr. Az Di Palma Basilio con il Fagiolo Cannellino di Atina. L’Az. Agr. di Leonardo Tatangelo che coltiva l’Aglio Rosso di Castelliri e non solo… L’Az. Agr. Daniel Chiarlitti che coltiva la varietà di olivo “Ciera dei Colli” L’Az. Agr. La contrada del Nero  SoloNero di Irene Vano che alleva il Suino Casertano. L’Az. Agr. dell’ Istituto Agrario Luigi Angeloni che custodisce piante e semi di molte varietà, tra cui: l’Azzeruolo Rosso, il Melo Limoncella, il Melo Calvilla, il Pero Spinacarpi, il Pero Coccia d’Asino, il Peperone Cornetto di Pontecorvo, la Pomodorella Pofana etc…
L’agronomo dr. Luigi Tacchi, esperto in zootecnia,  dichiara che la giornata di oggi é stata un evento storico per l’istituto agrario di Frosinone per i temi affrontati e per la ricchezza di risorse genetiche autoctone coinvolte
Il Progetto, che costituisce un primo passo nella direzione della cooperazione tra le imprese del settore primario della Ciociaria, nell’augurio di creare una rete tra di esse per perseguire obiettivi comuni, ha come sua ultima finalità, oltre all’incoraggiamento della persistenza di sistemi produttivi tipici non intensivi, la costituzione di un itinerario provinciale di imprese agricole coinvolte nella salvaguardia delle risorse genetiche territoriali per incrementare il turismo rurale ciociaro legato alle produzioni tipiche locali.
Ci auguriamo che altre Imprese Agricole ed altri operatori/attori locali, in coerenza con i principi preposti, entrino a far parte del nostro ambizioso progetto
Dott. Marco Cinelli

Alla Riscoperta del Cibo

Ugo Iannazzi e Sara LeoDomenica, 25 ottobre, all’interno della prima festa della consulta delle associazioni di Veroli, il circolo Legambiente Lamasena ha organizzato il convegno “Alla riscoperta del cibo” .  Attraverso il convegno l’associazione ha voluto affrontare i molti temi che sono alla base dei paradossi che girano intorno all’alimentazione umana cercando di far emergere anche le energie positive di uomini e istituzioni che tentano di lavorare per salvaguardare le specie vegetali autoctone ciociare.

La Biologa Sara Leo ha parlato dei rischi legati alla perdita di biodiversità riportando dati e contesti che descrivono il profondo pericolo che l’umanità sta correndo per la perdita di migliaia di specie vegetali ed animali. Alcuni di questi dati sono dirompenti come quelli che raccontano che il 75% del fabbisogno alimentare umano è assicurato da sole 7 specie vegetali, notizia che si unisce all’evidenza che la metà di tutte le specie esistenti potrebbe estinguersi durante questo secolo. L’intervento della dott.ssa Leo è stato orientato anche a fornire  le nozioni scientifiche che sono alla base della domesticazione delle specie vegetali che hanno portato al paradosso che molti semi utilizzati in agricoltura sono ormai ibridi (sterili o F1) e sintetizzati nei laboratori di potenti industrie chimiche sementiere che hanno totalmente mercificato il cibo facendolo diventare un mero titolo finanziario.

La nutrizionista Ilaria Parravano ha aperto il suo intervento con la citazione di Ludwig Feuerbach “Siamo ciò che mangiamo” per introdurre gli aspetti quantitativi e qualitativi sulla dieta mediterranea che, tuttavia, ha perso molto delle sue suggestioni per i cambiamenti introdotti dalla globalizzazione. In primis, gli alimenti che mangiamo non provengono più dal territorio di appartenenza. Per caratterizzare tale aspetto, oggi si dice che gli alimenti incorporano migliaia di chilometri prima che essi giungano sulla nostra tavola. A ciò si aggiunge il fatto che le nuove specie di frumento hanno abbassato la qualità di vitamine, fibre ed antiossidanti rispetto alle specie coltivate in passato. Pertanto, il consiglio della dott.ssa Parravano è stato quello che i consumatori devono assumere maggiore consapevolezza per effettuare scelte alimentari in grado di rispettare pienamente il principio suggerito dalla piramide alimentare dei cibi assunti, fornendo riferimenti puntuali per orientarli verso una alimentazione più sana.

L’architetto Ugo Iannazzi, in veste di attento antropologo delle tradizioni culturali ciociare, ha riportato aneddoti e racconti della civiltà contadina che ruotava intorno alla semina e raccolta del grano. Tutte le attività connesse alla cura del grano erano, in quelle civiltà, uno straordinario aggregante culturale in cui le generazioni più anziane trasmettevano, naturalmente, conoscenze e saperi a quelle più giovani. Inoltre attraverso il rito della falciatura si rinsaldavano i rapporti sociali di vicinanza e di reciproco aiuto.

Accanto alla storia e alla cultura  legata al cibo, ci sono stati gli autorevoli interventi del prof. agronomo Lorenzo Rea, del sociologo Arduino Fratarcangeli e dell’agronomo Roberto Rea che hanno riportato esempi concreti su cosa stanno facendo piccole comunità ed enti regionali  per riportare il cibo all’interno di una dimensione etica, di sostenibilità ambientale e della conservazione di specie arboree, erbacee ed animali.

Il prof. Rea ha riportato l’esempio che si sta sviluppando all’interno dell’azienda agricola dell’Istituto Agrario di Frosinone in cui si sperimenta la coltivazione di antiche specie autoctone di uve e mele. Tale sperimentazione è, essenzialmente un impegno etico, che il prof. Rea ha reso con le sue suggestive parole: “Salvare il patrimonio genetico naturale e agrario quale impegno morale verso le future generazioni”.

Il dott. Arduino Fratarcangeli, in rappresentanza della cooperativa Res Ciociaria, ha permesso di far conoscere al pubblico presente un esempio di Agricoltura Eroica che ha riportato a produzione campi abbandonati e che ha rimesso in azione mezzi agricoli impolverati e dimenticati all’interno di vecchi capanni agricoli. Tutto ciò è stato ottenuto attraverso una straordinaria riappropriazione di fiducia tra i piccoli proprietari terrieri che hanno collettivizzato macchine e campi. Attraverso quest’esperimento di agricoltura eroica, oggi si producono e si commercializzano paste create con antichi grani che vengono macinati nell’antico mulino del 700 di Maria Donata Caldaroni, in territorio di Monte San G. C.

In conclusione, l’intervento del dott. Roberto Rea dell’ente regionale ARSIAL ha dato riferimenti sull’importante azione dell’ente per la catalogazione delle specie botaniche all’interno del Registro Volontario Regionale, ossia il repertorio in cui vengono iscritte gratuitamente le risorse genetiche sottoposte a tutela.

I dovuti ringraziamenti vanno alla cooperativa L’Airone che ha realizzato il video trasmesso durante l’intera giornata di domenica che ha raccontato, attraverso le parole di Francesca Zeppieri e le scene di Antonio Grella, la gastronomia contadina e le tradizioni ciociare. Si ringraziano: l’associazione La Vetta per l’allestimento – della galleria La Catena – con utensili e foto, Marcello Ceci che ha messo a disposizione le sue macchine in miniatura (trebbia e sgranatrice), Ercole Coccia di Civita per l’esposizione di sementi e l’amministrazione comunale di Veroli per il costante supporto e disponibilità che ha fornito per la realizzazione e l’ambientazione dell’evento. Un plauso va agli studenti del Liceo Sulpicio di Veroli che hanno raccolto l’invito a partecipare alla sessione formativa offerta dai relatori.

Remo Cinelli