
L’Italia detiene il primato mondiale per avere il maggior numero di siti riconosciuti dall’Unesco quali Patrimonio Mondiale dell’Umanità (50 su 779). Tuttavia nella classifica mondiale del turismo (UNWTO) il bel paese si piazza solo al quinto posto nel 2013 con quasi 48 milioni di turisti internazionali ed è il terzo paese più visitato d’Europa dopo Francia e Spagna. I turisti che hanno visitato il nostro paese sono aumentati del 3% circa rispetto all’anno precedente ma potremmo fare molto di più.
Le aree come la Ciociaria, pur essendo ricche di attrazioni e ben collegate alla capitale, non hanno mai sfruttato in maniera significativa e sistematica il potenziale turistico.
Da uno studio della Camera di Commercio di Frosinone sulla “capacità attrattiva turistica della Provincia”, emerge infatti che il 68% delle attività ricettive dell’intera provincia di Frosinone si limitano ad operare nel campo della ristorazione e che circa il 75% delle presenze del territorio interessano la sola area di Fiuggi.
Quindi nelle altre zone le amministrazioni, con notevoli sforzi, cercano in qualche modo di inventare nuove attrattive che siano in grado di portare linfa vitale alle attività produttive e commerciali. C’è una inspiegabile tendenza a fare necessariamente cose sempre nuove, ma che nella maggior parte dei casi si rivelano iniziative che difficilmente avranno un seguito. Ben vengano nuove idee, purché però non siano effimere e non vadano a peggiorare lo stato delle cose.
Un episodio esemplare si è verificato recentemente nel comune di Monte San Giovanni Campano, che ha ospitato una ben riuscita manifestazione motoristica. Il percorso del Rally ha interessato diverse zone del comune e molti appassionati, anche venuti da fuori regione, si sono appostati in località Malanome per assistere all’evento.
Ma nessuno di loro sapeva che nel 1927 in quel posto (proprietà Bulgarini per l’esattezza) furono rinvenute delle tombe preistoriche risalenti all’età del rame (III millennio a.c.). Probabilmente qualcuno sarebbe stato interessato a vivere il territorio come se fosse in una trasmissione di Discovery Channel, sapendo che in una di queste tombe fu rinvenuto un cranio davvero singolare (conosciuto con il nome di “Cranio di Casamari”). Esso infatti presenta dei segni di trapanazione ossea ed in alcuni punti del cranio sono ravvisabili inequivocabili segni di cicatrizzazione ossea, il che fa supporre che la trapanazione cranica venisse effettuata su paziente vivo, sicuramente per scopi medicali. Si tratta del primo cranio rinvenuto in Italia che presenta segni di trapanazione ossea, ovvero di neurochirurgia preistorica. Anche in diverse aree del mondo sono stati ritrovati crani simili, tra i quali l’esemplare più antico fu scoperto a Taforalt, remota località montana nel Marocco, risalente a 10.000 anni prima di Cristo.
Il cosiddetto cranio di Casamari è adesso in esposizione a Roma, presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, mentre altri resti delle sepolture di Malanome (vasi in terracotta, punte di freccia in selce ed accette levigate in pietra verde)
sono conservati presso il Museo Preistorico di Pofi.
Insomma tanti sforzi per inventare qualcosa in grado di attrarre turisti con manifestazioni effimere e poi non siamo in grado di far apprezzare le cose davvero straordinarie che abbiamo. Quanto meno se i visitatori venuti da fuori regione perché attratti dal rally lo avessero saputo, non avrebbero probabilmente lasciato l’immondizia tutta intorno al sito del ritrovamento preistorico (vedi foto).


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Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook)
Data di Pubblicazione 27 Agosto 2014
Ultima Revisione: 27 Agosto 2014
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