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Agricoltura Organica e Rigenerativa

Domenica 21/01/2018, all’interno della sede operativa del circolo Legambiente Lamasena a Scifelli, si è tenuto un corso di Agricoltura Organica e Rigenerativa, una disciplina innovativa che si pone l’obiettivo d’individuare – con gli agricoltori e con gli allevatori – soluzioni pratiche per la produzione di alimenti sani, di qualità e a costi sostenibili.
Nel pieno spirito dell’ambientalismo scientifico di Legambiente, la disciplina combina pratiche colturali tradizionali con le moderne conoscenze tecnico-scientifiche.

Il corso è stato organizzato dalla dott.ssa Laura Quattrociocchi che, da anni, sperimenta le tecniche di coltivazione sinergica e biodinamica che, anche nelle campagne ciociare, sta – lentamente – formando una nuova consapevolezza sulle coltivazioni biologiche.

Il docente del corso è stato il prof. Matteo Mancini, dell’Università della Tuscia, che vanta un’esperienza internazionale di altissimo livello che lo ha visto coinvolto in progetti agricoli in Messico, Mozambico, Brasile e Angola.
Inoltre, insieme ai colleghi della ONG Deafal, studia e sperimenta sistemi agrosilvopastorali innovativi.

La vasta platea di partecipanti ha potuto conoscere i principi teorici e gli strumenti dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa che si pone l’obiettivo della salvaguardia del suolo, inteso come modello di contrasto alla sua desertificazione, per garantire la massima salute delle piante.
Tra i temi del corso, sono state affrontate le tecniche di compostaggio, della preparazione del concime bocashi, i sovesci e le colture di copertura.

Il grande successo dell’iniziativa ha destato motivi di soddisfazione sia per gli organizzatori che per i partner dell’iniziativa che sono stati, oltre l’associazione Lamasena, il frantoio Pazienza di Santa Francesca di Veroli.

Strategia Rifiuti Zero

DSC_000519/06/15 – Veroli. Nel convegno dal titolo Rifiuti: Un problema o un’opportunità? Il circolo Lamasena ha presentato alcuni buoni esempi che potrebbero essere adottati per intraprendere la via dei Rifiuti Zero.

L’intervento ha descritto, principalmente, le buone azioni che sono alla base delle strategie dei rifiuti zero. Ossia, fornire alcuni esempi che passano attraverso le 4 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare , Recuperare.

Il comune italiano che ha fatto da modello per tale strategia è la città di Capannori in provincia di Lucca. Tutto nasce dalla determinazione del maestro Rossano Ercolini che , quando venne a conoscenza dei piani per la costruzione di un inceneritore a pochi chilometri dalla sua scuola, per il bene del territorio e la salute dei suoi giovani alunni decise di intervenire. Fondò così l’associazione «Ambiente e Futuro», con l’obiettivo di informare la comunità dei rischi ambientali dell’incenerimento e di proporre strategie alternative per la gestione dei rifiuti. La battaglia di Ercolini fu vinta nel 2007 quando il suo comune decise di aderire alle buone pratiche dei rifiuti zero.

Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti. E’ significativo ricordare una sua frase per dare la piena misura sul senso delle sue azioni: “Perché è solo con l’impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore

Sul piano della normativa, sono state ricordate le due leve che dovrebbero agire sinergicamente nell’ambito della riduzione dei rifiuti indifferenziati:

  • Il Decreto Matteoli ha fissato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 31.12.2012
  • Il PAN GPPPiano di Azione Nazionale italiano del Green Public Procurement. Tale atto regola l’acquisto sostenibile/verde nella pubblica amministrazione (criteri ambientali minimi). Nel 2003 l’unione europea ha invitato tutti i paesi membri ad elaborare, entro il 2006, piani d’azione per “l’integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici”. Il piano italiano della suddetta direttiva è stato approvato solo nell’aprile del 2008, ma mancano ancora i decreti attuativi che definiranno i requisiti per definire “verde” un bene o servizio oggetto del bando. Nell’estate 2009 una comunicazione della commissione europea ha posto ai paesi membri l’obiettivo di inserire i criteri del Gpp nel 50% delle gare d’appalto della pubblica amministrazione entro il 2010.

Tra i fattori abilitanti verso la strategia dei rifiuti zero ci sono la riduzione del packaging delle merci (che, tra l’altro, incide mediamente per il 5,5 % sul costo del prodotto finale) e l’adozione del compostaggio domestico. Tenuto conto che il 30%dei rifiuti solidi urbani è formato dalla frazione umida, si comprende quale peso potrebbe avere se le famiglie, che vivono in contesti agricoli, adottassero il compostaggio. L’azione delle amministrazioni dovrebbe, quindi, indirizzarsi verso un sistema incentivante basato sull’applicazione della tariffazione puntuale. Ossia, la tassazione sui rifiuti dovrebbe essere commisurata all’effettiva produzione di rifiuti attraverso l’incentivazione di comportamenti sempre più responsabili da parte dei cittadini.

In Italia c’è già un bacino di 4.500.000 di abitanti circa che segue le buone pratiche della strategia di rifiuti zero con più di 65 comuni coinvolti tra nord e sud. Tale metodologia permetterebbe la risoluzione del problema rifiuti con vantaggi economici per la collettività e per l’ambiente. Infatti tali tecniche lasciano in discarica indifferenziata meno del 20% dei rifiuti e permettono di ricavare risorse economiche attraverso la vendita dei materiali differenziati come: carta, alluminio, vetro, plastica .

A chiusura dell’intervento, il circolo Lamasena ha lanciato due proposte nei confronti dell’amministrazione:

  • Prevedere nel regolamento delle feste e sagre dei comuni l’istituzione della figura del responsabile dei rifiuti con i compiti di gestire le fasi per il recupero e riciclo dei rifiuti prodotti durante le manifestazioni
  • Definire un’area e un calendario per un mercatino dello scambio e riuso in cui i cittadini possono vendere, scambiare e barattare i loro oggetti con quelli degli altri

Remo Cinelli

Biodiversità

ConvegnoIl 1 maggio abbiamo partecipato, con il nostro gazebo di Lamasena, al primo career day svolto a Monte San Giovani Campano.
In questo contesto, abbiamo parlato di biodiversità, focalizzando l’attenzione sul lento cammino scientifico che ha portato alla comprensione dell’evoluzione delle specie. Ancora agli inizi del 1800 era opinione diffusa che le specie nascessero spontaneamente per abiogenesi.
Ancora oggi si ha una mappatura parziale delle specie animali e vegetali esistenti. Gli studiosi ipotizzano che le specie presenti sulla Terra possano essere tra 1,5 e 1,8 milioni.
Purtroppo, ovunque nel mondo le specie vegetali e animali sono a forte rischio estinzione.
Si calcola che sono a rischio il 23% dei mammiferi e il 12% degli uccelli. In Europa abbiamo il poco invidiabile primato che sono a rischio il 42% dei mammiferi autoctoni.
L’Italia è il paese europeo che, in assoluto,  ospita il più alto numero di specie presenti nel vecchio continente, e tale eredità ci investe della forte responsabilità di difendere la ricchezza dei territori qui presenti.  In particolare, in Italia vi risiede circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa

Abbiano, inoltre,  fatto cenno al ruolo fondamentale svolto dalle api sia a vantaggio della conservazione della biodiversità che a favore dell’alimentazione umana.  Esse, attraverso l’impollinazione, sono responsabili della sopravvivenza di oltre 130.000 piante e contribuiscono al 30% dell’alimentazione umana attraverso la loro azione impollinatrice.
La moria delle api che si registra in tutto il mondo – per gli effetti dell’uso degli antiparassitari, erbicidi e delle onde elettromagnetiche –  pone un ulteriore motivo di preoccupazione per la conservazione della biodiversità.

Purtroppo, l’azione dell’uomo è quanto mai deleteria per la conservazione  degli habitat naturali, comprensivi delle zone umide della terra. Quest’ultime, i veri incubatori della biodiversità.  Le azioni antropiche più invasive si chiamano   CONSUMO DEL SUOLO e DEFORESTAZIONE.
Negli ultimi decenni si è consumato lo 0,7% del suolo terrestre ogni anno e sono state abbattute 13.000.000 kmq di foreste all’anno. In Italia, negli ultimi 3 anni sono stati ricoperti di cemento 720 kmq. E’ stato stimato che, fino al 2030, potranno andare persi altri 170.000.000 kmq di ettari di foreste nel globo, una superficie pari a quella di Germania, Francia, Spagna e Portogallo messi insieme.
In questo scenario, che ha già dell’apocalittico, abbiamo richiamato l’attenzioneGazebo sul riscaldamento globale che implica un incremento di 4/5 gradi di aumento medio della temperatura terrestre nell’arco di un secolo. Gli scienziati hanno già da tempo individuato la causa di tale riscaldamento che è dovuto all’incremento di CO2 (anidride carbonica) nell’atmosfera. Oggi ci sono circa 390 ppm (parti per milione) di CO2 nell’atmosfera contro un valore – di equilibrio climatico – che è stimato essere di 350 ppm.
Quali RIMEDI possiamo mettere in campo nel microcosmo territoriale in cui viviamo per fare la nostra parte a favore della madre terra?
Al riguardo, abbiamo tracciato, insieme all’amico Roberto Dalia, un piccolo vademecum:
1) Conservare i nostri boschi attraverso la nostra azione persuasiva nei confronti delle amministrazioni che tendono a fare cassa vendendo boschi demaniali di pregio.
2) Evitare altro consumo del suolo cercando, invece, di recuperare e valorizzare quanto è stato già edificato
3) Evitare l’acquisto di oggetti in avorio
4) Evitare l’acquisto di diamanti che sono la causa di violenze e devastazioni ambientali nei paesi del terzo mondo
5) Effettuare il compostaggio domestico dei rifiuti organici facendoci aiutare, possibilmente, da formidabili bio-trituratori naturali quali papere o galline che hanno anche il pregio di esserci riconoscenti fornendoci uova di giornata.

Il più accorato ringraziamento va agli agli amici di FARE Insieme che hanno organizzato l’evento.

Remo Cinelli