Sabato e Domenica 22 e 23 Marzo 2014 avremo la possibilità di ammirare 750 tesori d’Italia che generalmente non sono accessibili al pubblico. Si tratta della ventiduesima edizione delle Giornate FAI di primavera, organizzate dal Fondo Ambiente Italiano per diffondere la culura del Patrimonio Italiano e la sensibilità a conservarlo.
Per questo motivo gli ingressi sono gratuiti anche se sono graditi liberi contributi per l’accesso a queste risorse.
La provincia di Frosinone offre tre tappe molto interessanti ad ARPINO, SANT’ELIA FIUME RAPIDO e CASSINO.
Tutte e tre le tappe della Ciociaria sono inserite nell’itinerario nazionale dei luoghiAugustei, ovvero dei luoghi correlati alla vita e alle opere dell’imperatore Augusto. Scopriamo perchè…
ARPINO
Arpino, oltre ad essere la patria di Cicerone, ha dato i natali anche a Marco Vipsanio Agrippa, influente personalità della Roma antica e genero dell’Imperatore Ottaviano.
L’imperatore Augusto nacque sotto il consolato dell’arpinate Marco Tullio Cicerone e Caio Antonio.
In quasi 40 anni di regno, Augusto portò grandi modifiche che lasciarono segni nei secoli e si servì di Marco Vipsanio Agrippa come bravissimo architetto per abbellire Roma di edifici e monumenti (come ad esempio il Pantheon).
Le visite guidate saranno disponibili dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 di entrambi i giorni e l’organizzazione sarà a cura degli Apprendisti Ciceroni. Le visite prevedono anche una tappa alla Civitavecchia di Arpino, con le sue Mura Ciclopiche ed il celeberrimo Arco a Sesto Acuto.
SANT’ELIA FIUME RAPIDO
Nel territorio di S. Elia sorgeva l’acquedotto romano di Casinum e seguiva l’alveo del fiume Rapido. Lo splendido Ponte dell’acquedotto, denominato LAGNARO, è caratterizzato da campata ampia 12 metri.
Le visite guidate saranno disponibili dalle 10:00 alle 18:00 di entrambi i giorni e l’organizzazione sarà a cura degli Apprendisti Ciceroni.
CASSINO
A Cassino sarà aperta l’area archeologica e sarà possibile ammirare il Teatro dell’Età Augustea, l’anfiteatro ed il sagello sepolcrale di Ummidia Quadratilla, i resti della Via Latina, Ninfeo Ponari ed il museo archeologico della città.
Le visite guidate saranno disponibili dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 di entrambi i giorni e l’organizzazione sarà a cura degli Apprendisti Ciceroni.
PENSIAMO GLOBALMENTE, AGIAMO LOCALMENTE!
Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook) Data di Pubblicazione 15 Marzo 2014 Ultima Revisione: 15 Marzo 2014
Il settore dell’edilizia è in crisi profonda da alcuni anni in Italia. Una delle zone più colpite è la Ciociaria che da sempre mette al servizio della Capitale le migliori e più qualificate risorse umane per la realizzazione di importanti progetti architettonici pubblici, artistici, industriali e residenziali di Roma.
La depressione del settore edile è un effetto della stagnazione del mercato immobiliare, dovuta prevalentemente alla mancanza di liquidità generalizzata, ma anche alle ridotte opportunità di trasferirsi per lavoro e soprattutto, diciamolo, alla radicata tendenza che gli Italiani hanno a restare in casa.
Il modo in cui siamo legati alla nostra casa, comparato alle altre culture occidentali, è quasi maniacale.
Specie nei paesini, le case vengono tramandate di generazione in generazione come dei testimoni che rappresentano la continuità con la storia genealogica di ciascuno di noi.
Non è raro trovare nuclei familiari che vivono in case secolari che sono appartenute da sempre alla famiglia.
Nella cultura dei Ciociari, poi, i genitori iniziano a preparare la casa per i figli già quando questi sono piccoli, senza considerare che magari un giorno andranno via lontano per soddisfare le proprie ambizioni o inseguire i propri sogni. E se non è possibile rendere più accogliente la casa natìa, magari espandendola, allora ne costruiscono o ne comprano una nelle immediate vicinanze.
L’esempio più eclatante del morboso attaccamento che abbiamo al focolare è rappresentato dal desiderio estremo di tutti gli anziani di tornare a morire nella propria casa, nel proprio letto. Questo rapporto che abbiamo con la casa è ciò che ci distingue maggiormente dalle altre culture ed il nostro modo di considerarla ci offre la possibilità di vivere in maniera più intima il nostro rapporto con la famiglia.
Guardando le case degli Italiani all’estero è da subito evidente che sono le più belle, le più grandi e le più curate. Per noi la casa è sacra e qualsiasi cosa possa succedere lì fuori ci interessa solo fino a quando chiudiamo il portone di casa. Da quel momento in poi si può scatenare anche l’inferno mentre ci godiamo la bellezza del focolare.
In Nord America al contrario c’è la tendenza a considerare la casa come un luogo temporaneo dove si vive e non come parte integrante della vita stessa.
Per questo si comprano e si vendono case molto velocemente ed il mercato immobiliare è più in fermento (nonostante i postumi della crisi dei subprime).
Un aspetto interessante da mettere in evidenza è che consideriamo nostra la casa perchè ci appartiene, ma non consideriamo invece nostro l’ambiente che ci circonda perchè non lo possediamo, non è di nostra proprietà.
Le altre culture invece considerano l’ambiente come un’estensione naturale della propria casa e per questo si prodigano per mantenerlo pulito. Questo non succede da noi, purtroppo, ed i fatti della Terra dei Fuochi o del fiume Sacco ne sono solo piccoli esempi che lo dimostrano tragicamente.
Si dovrà lavorare molto per creare una cultura dell’ambiente inteso come casa. Non dimentichiamo che è da qui che nasce l’ecologia, che in Greco significa proprioamore per la casa.
Impariamo a conoscere l’ambiente, le sue problematiche e come vivere in maniera sostenibile con esso, godendocelo senza consumarlo. Impariamo a considerare il mondo come casa nostra. Non deturpiamolo.
PENSIAMO GLOBALMENTE, AGIAMO LOCALMENTE!
Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook) Data di Pubblicazione 6 Marzo 2014 Ultima Revisione: 6 Marzo 2014
Tu hai il diritto di leggere, copiare, stampare, salvare, modificare, migliorare, distribuire, vendere, fotocopiare o correggere il presente lavoro. Le uniche restrizioni sono che se lo distribuisci, devi citare l’autore ed il titolo del documento, e se prendi spunto da questo lavoro per creare un’opera derivata devi allo stesso modo citarli. Con questa licenza ti diamo praticamente ogni libertà di utilizzare le informazioni, ad eccezione di togliere quella libertà ad altri.
Prima di stampare questa pagina considera l’impatto che avrà sull’ambiente
Si terrà Domenica 9 marzo 2014 la cinquantesima edizione della sagra della crespella di Santa Francesca (Veroli). Un’occasione da non perdere perchè grazie alla passione degli organizzatori la sagra della crespella è rimasta una delle tradizioni più tipiche, veraci e vive della Ciociaria.
Farina, acqua, sale ed olio d’oliva sono i semplici ingredienti di questo miracolo, che da secoli rappresenta la felicità nei giorni di festa e che conserva intatto il nostro legame con il passato.
In un’atmosfera fiabesca, immersi nella natura pedemontana dei Monti Ernici sarà possibile assistere ad una sfilata di carri allegorici, condotti prevalentemente da personaggi Ciociari in costume d’epoca, che rappresentano degli spaccati di vita della nostra storia. Un modo eccezionale per conservare vivi nella memoria gli usi ed i costumi dei nostri avi e per tramandarli alle nuove generazioni. Le nostre tradizioni e la nostra storia si mescolano in un modo divertente ed esplosivo in una festa di musica, cibo, cultura e divertimento.
A far da cornice alla manifestazione saranno le sfumature dei numerosi organetti che si alterneranno in virtuosismi sulle ballate folkloristiche delle nostre antiche tradizioni (ballarelle). Melodie e ritmi dai connotati unici della Ciociaria centrale che sono in via di estinzione. Importante e prezioso è il lavoro di ricerca musicale che gli organizzatori da anni stanno facendo per passare il testimone di questo genere musicale autoctono intatto ai nostri figli e nipoti.
Oltre al mercatino in cui sarà possibile acquistare ormai introvabili esemplari di Cioce ed altre suppellettili tipiche della nostra cultura popolare, per la prima volta ci sarà anche lo stand del circolo Legambiente LAMASENA.
La contrada di Santa Francesca, estremo lembo e baluardo dello Stato Pontificio, in una zona di confine battuta dai brignti del passato, è ricca di interesse religioso per via della radicata devozione a Santa Francesca Romana, naturalistico per via del torrente l’Amasena e dei Monti Ernici e pastorale per via delle antiche rotte della transumanza verso il litorale Pontino. Leggi l’articolo dal titolo “Inseguendo fantasmi di briganti” per approfondire.
Il circolo LAMASENA si sta prodigando, oltre che per la tutela dell’ambiente, per la riscoperta e la salvaguardia degli antichi saperi della nostra terra. Presso lo stand sarà possibile vedere un esemplare di nassa, utilizzata dai nostri avi come trappola per pescare nel torrente l’Amasena, ed una miniatura di mulino.
Non mancare, questa è un’occasione irrinunciabile per godersi un pò di felicità e per stare insieme.
Inoltre la tua presenza farà sì che le nostre tradizioni non scompaiano ma si rafforzino.
PENSIAMO GLOBALMENTE, AGIAMO LOCALMENTE!
Autore: Giovanni Gasparri (Linkedin | Facebook) Data di Pubblicazione 5 Marzo 2014 Ultima Revisione: 5 Marzo 2014
Tu hai il diritto di leggere, copiare, stampare, salvare, modificare, migliorare, distribuire, vendere, fotocopiare o correggere il presente lavoro. Le uniche restrizioni sono che se lo distribuisci, devi citare l’autore ed il titolo del documento, e se prendi spunto da questo lavoro per creare un’opera derivata devi allo stesso modo citarli. Con questa licenza ti diamo praticamente ogni libertà di utilizzare le informazioni, ad eccezione di togliere quella libertà ad altri.
Prima di stampare questa pagina considera l’impatto che avrà sull’ambiente
Il circolo Lamasena ha partecipato, domenica scorsa 26 gennaio 2014, al I Winter Trail Runnning Verolano che ha avuto, come sfondo, i bellissimi monti ciociari. L’evento è stato organizzato da ASD Ernica Running in collaborazione con l’associazione Compagnia dei Viandanti.
Monte Passeggio, Monte Monna e Monte Pedicino hanno fatto da cornice ai corridori che si sono cimentati nella corsa e a tutti coloro che hanno percorso gli stessi sentieri con viste paesaggistiche mozzafiato.
La raccolta delle foto che seguono raccontano, meglio di tante parole, lo spettacolo naturalistico e storico di cui hanno goduto i partecipanti all’iniziativa.
Alcuni partecipanti al primo trail running verolano
Chiesa di San Giacomo e a Sinistra Monte Monna, a destra Monte Passeggio
“Sembra di percepirli dietro il fruscio degli arbusti. Nascondersi dietro vecchi tronchi rugosi, smussati dalla nebbia. Talvolta il sibilo del vento sembra assumere i connotati di un segnale di agguato. È sotto le foglie scricchiolanti che si nascondono i sentieri battuti dal brigante Chiavone.”
BREVE STORIA DEL BRIGANTE CHIAVONE
Era la metà dell’800, nel periodo del Risorgimento, subito dopo l’Unità d’Italia, quando Luigi Alonzi, detto Chiavone, assieme ad un folta schiera di briganti si fece portavoce di un movimento di banditismo armato. Si opponevano alla politica del nuovo governo Italiano e miravano a ripristinare con la forza il governo borbonico. Questi movimenti nacquero spontaneamente in quasi tutta la penisola italica, tuttavia su queste montagne assunsero una cruciale importanza. Infatti questi boschi, situati a ridosso del confine con lo Stato Pontificio, ben si prestavano alle scorribande anche perché i briganti godevano della protezione del clero. A poche centinaia di metri dal punto di partenza del sentiero è situato un piccolo agglomerato di case, conosciuto con il nome di contrada i Cocchi. La toponomastica del luogo deriva dal cognome prevalente degli abitanti. In una modesta abitazione, all’epoca, viveva Olimpia, vedova Cocco, amante di Chiavone. Il brigante era talmente innamorato di questa donna che tornava ogni sera per starle vicino. E fu proprio a colpa di questo eccessivo attaccamento che un giorno fu intercettato su questi sentieri ed arrestato. La sua condanna a morte non tardò ad arrivare e fu trucidato in un bosco nei pressi dell’Abbazia di Trisulti nel 1862.
Il Brigante Chiavone
SULLE ROTTE DELLA TRANSUMANZA
Il sentiero si trova in un posto strategico per la transumanza che avveniva già in epoca precristiana. A testimoniare l’importanza del luogo, caratterizzato dalla presenza di diverse sorgenti di acqua, c’è una capanna in pietra, simile ad un trullo, costruita come rifugio per i pastori.
VEGETAZIONE
Il percorso si sviluppa lungo antiche faggete e conifere di recente impianto. In abbondanza si trovano lungo il sentiero rovi di rosa canina, le cui bacche sono commestibili e ricche di vitamina C. In passato venivano utilizzate per realizzare deliziose confetture. Dal frutto del faggio, detto faggiola, si ricavava mediante spremitura un olio eccellente, dolce e commestibile che veniva usato sia come surrogato dell’olio di oliva che come combustibile per le lampade ad olio. L’olio è ricco di fosfati, può essere conservato a lungo ed invecchiando migliora notevolmente di qualità. Per approfondire leggi l’articolo “Antichi Saperi: l’olio di semi di faggio” oppure puoi consultare l’Enciclopedia di Chimica Scientifica ed Industriale – Volume Sesto edito nel 1873 e disponibile gratuitamente online per la consultazione all’indirizzo: http://goo.gl/6RcBvc
FAUNA
Non è raro, specie durante i periodi invernali, trovare in mezzo alla neve chiare orme di orso. I boschi dei Monti Ernici sono infatti popolati dall’Orso Marsicano. Ne sono rimasti pochissimi esemplari e sono a rischio di estinzione per via della crescente e sempre più incosciente attività antropica. Per una trattazione più approfondita sull’estinzione dell’Orso Marsicano si consiglia la lettura del piacevole ed interessante romanzo di Ciro Castellucci dal titolo “Il richiamo dell’orso”(vedi Recensione), in vendita online su www.libreriauniversitaria.it.
VISITE ACCOMPAGNATE
Gli amici del locale circolo Legambientedenominato Lamasena, sono a disposizione per accompagnarti sulle tracce dei briganti assieme ad esperti di storia, archeologia, agronomia e appassionati di montagna per far diventare la tua visita un’esperienza incredibile, per farti scoprire le bellezze nascoste del nostro territorio ed insegnarti ad apprezzarle e proteggerle.
IL SENTIERO
MAPPA INTERATTIVA
SCHEDA TECNICA
Il sentiero non è segnato nelle carte dell’Istituto Geografico Militare (IGM) nè sulla carta dei sentieri dei Monti Ernici perchè l’ultimo tratto è stato riportato alla luce di recente grazie al lavoro del CAI di Sora (www.caisora.it).
Il percorso è lungo circa 12 km e richiede circa 3H 15m per la salita ed 1H 30m per la discesa.
Il sentiero, in gran parte carrozzabile, oltre ad essere adatto agli amanti del trekking è idoneo, fino al bivio di Valle Scura (a 1344m slm), per escursioni a cavallo ed in mountain bike. Si parte da località Fontana Grande (vedi coordinate INIZIO) nel comune di Monte San Giovanni Campano, lungo la strada pedemontana Sora/Veroli, poco distante del segnale di confine tra Sora e Veroli, a quota 660m slm e si giunge ad una quota massima di 1739m slm con un dislivello di 1079m.
Dopo circa 1,3Km di cammino, a circa 980m in linea d’aria a 341 gradi azimut, si trova il primo punto di interesse, ovvero la sorgente di Fontana Fusa (vedi coordinate FONTANA FUSA), che si trova a quota 828m slm adagiata alle pendici di Monte Tartaro. A 5 minuti di cammino dalla sorgente, in prossimità di uno steccato, si raggiunge il cippo di confine numero 177 tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Una breve deviazione dal percorso assolutamente consigliata.
Riprendendo il cammino da Fontana Fusa, muovendosi di 246m in linea d’aria in direzione 308 gradi azimut, si arriva ad una capanna pastorale realizzata in pietra con volta autoportante (vedi coordinate TRULLO), situata a quota 880m slm, poco più a Nord della zona denominata La Vicenna. Ad attestazione dell’importanza strategica del luogo la presenza di un cippo di confine, il diciannovesimo, che segna ancora il confine tra i comuni di Monte San Giovanni Campano e Veroli. Datato 1779 è distante soltanto qualche decina di metri più avanti. Purtroppo la stele non è molto visibile perché parzialmente interrata. Sulla sua sommità comunque sono riportate in maniera leggibile le lettere M(onte S. G. Campano) e V(eroli), il numero progressivo in cifre romane (XIX) e l’anno 1779.
Al secondo kilometro di cammino, ovvero a 200m di distanza in linea d’aria in direzione 333 gradi azimut, si giunge nella Valle Innamorata, a quota 961m slm dove si apre un fantastico panorama sulla vallata sottostante (vedi coordinate PANORAMA). Al kilometro 2,75 di cammino si giunge a quota 1115m slm dove c’è un’area di sosta attrezzata con un tavolo e delle panche (vedi coordinate RISTORO). Al kilometro 3,4 di cammino si giunge al Colle dei Lupi, a quota 1195m slm dove si trova una biforcazione (vedi coordinate BIVIO FAITO). Procedendo in direzione Macchia Faito sarà possibile raggiungere il Rifugio Faito e l’incantevole Pozzo Faito, che però non sono inseriti nel Sentiero Chiavone, e pertanto bisogna procedere sulla carrozzabile principale in direzione Nord/Ovest (333 gradi azimut).
Al Kilometro 4,8 di cammino si giunge ad un bivio a quota 1344m slm (vedi coordinate VALLE SCURA) e bisogna lasciare la strada carrozzabile per procedere in direzione 340 gradi per la faggeta seguendo il sentiero che si estende lungo la Valle Scura, sul confine, segnato con filo spinato, tra il comune di Sora e quello di Monte San Giovanni Campano e che un tempo segnava il confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Da questo punto in poi il tragitto non è più consigliato per le escursioni a cavallo o in mountain bike.
La sella che connette Monte Pedicino a Monte Pedicinetto (vedi coordinate SELLA) è a quota 1731m slm. Per raggiungerla bisognerà colmare un dislivello di 387m in circa 1,3km di cammino con una pendenza media superiore al 30%. Al quinto km di cammino, in pieno sottobosco è nascosta una croce (vedi coordinate CROCE) . 250m più su si incontrerà il bivio (vedi coordinate SI621) per il Sentiero Italia numero 621, che procede verso Fossa dell’Ortica e che conduce poi a Prato di Campoli, in località Pozzi di Campoli. Al kilometro 6,5 di cammino si giunge alla croce di vetta (vedi coordinate VETTA), che è collocata nel territorio di Monte San Giovanni Campano, sul versante Sud, lì dove la vegetazione improvvisamente si dirada, ad una quota di 1737m slm, ovvero di poco più in basso rispetto alla sommità.
Il Sentiero Chiavone prevede che il ritorno venga effettuato ripercorrendo la stessa traccia. Tuttavia esiste una variante del percorso, segnata, che è denominata l’ascensore proprio per l’importante pendenza media del 46,5%. Infatti in 750m lineari si scende di ben 348m di quota. La pendenza è particolarmente pericolosa e sdrucciolevole negli ultimi 10m (pendenza 70% circa) che precedono l’innesto del sentiero sulla strada carrozzabile (vedi coordinate PERICOLO). La discesa per l’ascensore è fortemente sconsigliata a chi abbia difficoltà di equilibrio e agilità o che non disponga di attrezzatura tecnica. L’utilizzo di corde può rendere più sicura la discesa. Porre la massima attenzione anche al non essere colpiti dai massi che i compagni a monte potrebbero involontariamente smuovere con il proprio peso facendoli rotolare a valle. Rientrati sulla carrozzabile, dopo 500m metri di cammino si giunge di nuovo al bivio di Valle Scura. Seguendo da li i propri passi sul sentiero già percorso nel senso inverso, dopo 4,8km di cammino si giungerà al punto di partenza in località Fontana Grande.
COORDINATE E TRACCE GPS
INIZIO: Lat/Lon/Alt: 41,718050 N / 13,504417 E / 660m slm FONTANA FUSA: Lat/Lon/Alt: 41,726267 N / 13,500700 E / 828m slm TRULLO: Lat/Lon/Alt: 41,727659 N / 13,498338 E / 879m slm PANORAMA: Lat/Lon/Alt: 41,729285 N / 13,497276 E / 961m slm RISTORO: Lat/Lon/Alt: 41,734617 N / 13,496200 E / 1115m slm BIVIO FAITO: Lat/Lon/Alt: 41,737483 N / 13,496567 E / 1195m slm VALLE SCURA: Lat/Lon/Alt: 41,742395 N / 13,498955 E / 1344m slm CROCE: Lat/Lon/Alt: 41,743600 N / 13,498338 E / 1353m slm SI621: Lat/Lon/Alt: 41,745850 N / 13,498450 E / 1426m slm SELLA: Lat/Lon/Alt: 41,751600 N / 13,492033 E / 1731m slm VETTA: Lat/Lon/Alt: 41,748050 E / 13,491333 N / 1737m slm PERICOLO: Lat/Lon: 41,742165 N / 13,495795 E / 1389m slm
La traccia gps, in formato KML per Google Maps o Google Earth è scaricabile gratuitamente dall’indirizzo http://goo.gl/U6h7aU.
CARTOGRAFIA E GPS
La carta dei sentieri del Gruppo dei Monti Ernici, a cura di Edizioni Lupo Srl, è acquistabile online (http://www.edizioniillupo.it/ernici), o presso la libreria Ubic in Via Aldo Moro a Frosinone, presso la cartolibreria Magnante Catia nel centro storico di Veroli oppure presso le sezioni locali del Club Alpino Italiano di Sora (http://www.caisora.it), Frosinone (http://www.caifrosinone.it) o Alatri (http://www.caialatri.it/).
Le mappe militari di riferimento della zona sono:
IGM Serie 25 Foglio 390 IV (Alatri), Anno 2000, Edizione 1, Ripresa Aerofotogrammetrica 1994, Data Ricognizione 1998;
IGM Serie 25V (Tavolette) Foglio 152 III-NO (Balsorano), Anno 1957;
IGM Serie 50 Foglio 390 (Frosinone), Anno 2000, Edizione 1;
Si tenga presente che le indicazioni riportate in questa pagina fanno riferimento al datum WGS84 ed alle coordinate geografiche espresse in formato gradi decimali (DD) mentre le carte dell‘Istituto Geografico Militare, su cui si basa anche la carta tecnica dei sentieri, generalmente utilizzano il datum Europa 1950 con reticolato UTM. Il Nord utilizzato come riferimento azimutale è il Nord Geografico. Considerare che la declinazione magnetica nel 2014 per questo sentiero è stimata in 2,72 gradi Est e cambia di 0,09 gradi ogni anno.
I corsi di orientamento, cartografia e navigazione terrestre di superficie sono erogati dal 99^ Nucleo di Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Monte San Giovanni Campano, che è reperibile al numero 348.5109120 (https://www.facebook.com/NucleoAncMSGC).
PRIMA DI PARTIRE
Entra in contatto con gli accompagnatori locali, facendo riferimento al circolo Legambiente“LAMASENA” (https://lamasena.net/), chiedendo la disponibilità di accompagnatori. Se disponi di radioline PMR446/LPD commerciali, per aumentare la tua sicurezza in montagna informati sul progetto Rete Radio Montana (http://www.radioinmontagna.it/) e compila la modulistica operativa consigliata. Assicurati che le condizioni meteo siano buone e stabili, considerando che il tempo in montagna cambia molto velocemente. Predisponi con cura tutta l’attrezzatura necessaria, considerando anche almeno 1,5 Lt di acqua per persona. In inverno potrebbero essere necessarie le ghette ed è consigliabile vestirsi a strati. Porta con te una busta.
DURANTE IL PERCORSO
Raccogli eventuali resti della presenza umana (ovvero i rifiuti che potresti incontrare lungo il cammino) all’interno della tua busta. Portando la spazzatura a valle avrai contribuito a rendere il mondo migliore
IN CASO DI NECESSITÀ Il versante sud del sentiero, ovvero quello che si estende da Fontana Grande sino alla Sella e dalla vetta sino a tornare giu a valle, ha una buona copertura con diversi operatori di telefonia mobile. La maggior parte del sentiero è sotto buona copertura del ripetitore radioamatoriale R7 Santopadre, alla frequenza 145,775 Mhz con shift -600 Khz. Non sono necessari toni subaudio per transitare sul ripetitore, che copre la zona centro sud della Ciociaria e quella nord della Campania.
Soccorso Alpino e Speleologico: 348.6131300Protezione Civile:348.5109120 (Incursori Quad – AssoCarabinieri)
AL RIENTRO
Informati sull’attività svolta dal Comitato per la protezione dei Monti Ernici (www.comitato-ernici.org) e se lo ritieni opportuno potrai aderire e sostenere la loro attività. Se hai suggerimenti , fotografie o filmati da inviarci saremo lieti di renderli pubblici. Se ti è piaciuto l’itinerario lascia la tua testimonianza e valuta la possibilità di sostenere anche la nostra attività, aiutando il circolo Lamasena a riscoprire e salvaguardare il nostro ambiente ed il nostro patrimonio storico, paesaggistico e naturalistico.
Un vecchio proverbio indiano recita:
“Non abbiano ereditato la terra dai nostri padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli “
Per consultare una copia della licenza d’uso visita il link http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.it. Tu hai il diritto di leggere, copiare, stampare, salvare, modificare, migliorare, distribuire, vendere, fotocopiare o correggere il presente lavoro. Le uniche restrizioni sono che se lo distribuisci, devi citare l’autore ed il titolo del documento, e se prendi spunto da questo lavoro per creare un’opera derivata devi allo stesso modo citarli. Con questa licenza ti diamo praticamente ogni libertà di utilizzare le informazioni, ad eccezione di togliere quella libertà ad altri.
Il LETTORE è edotto che le attività qui descritte (quali ad esempio l’escursionismo, l’alpinismo, etc) sono da intendersi ad alto rischio, perchè in sfortunate circostanze possono portare anche alla perdita della vita umana e pertanto andrebbero eseguite solamente con attrezzatura idonea, con adeguato addestramento ed equipaggiamento, utilizzando degli accompagnatori locali, prendendo tutte le precauzioni e mai da soli. Il LETTORE è consapevole ed accetta incondizionatamente che tutte le informazioni qui riportate possono essere soggette ad eventuali errori, imprecisioni, omissioni o altri difetti e che le stesse vengono fornite senza alcuna garanzia, espressa o implicita, relativa a titolo esemplificativo ma non limitativo, all’accuratezza, completezza, affidabilità o fattibilità. Benché abbiamo dato il massimo per rappresentare in maniera accurata la realtà, i dispositivi GPS da noi utilizzati nonché quelli utilizzati dalla maggioranza degli escursionisti, non sono accurati e pertanto tutte le informazioni contenute in questa pagina, inclusi i files con le tracce gps ed i waypoints sono indicativi e da utilizzarsi a proprio esclusivo rischio e pericolo.Il LETTORE solleva da ogni responsabilità gli AUTORI, i loro COLLABORATORI ed il SITO, per qualsiasi danno conseguente, incidentale, indiretto o speciale (senza limitazioni), indipendentemente dalle basi del reclamo e anche se gli AUTORI, i COLLABORATORI o il SITO fossero stati avvisati delle possibilità di tali danni. Il LETTORE recepisce tutte le informazioni qui fornite a proprio eclusivo rischio e pericolo.Prima di stampare questa pagina considera l’impatto che avrà sull’ambiente
Il romanzo racconta la storia di Vincent, un giovane naturalista italo-canadese di successo che torna nella sua terra natia, scoprendola molto diversa e più interessante di quanto si aspettasse. Si imbatte in un diario smarrito da uno misterioso personaggio su un treno e che scoprirà poi contenere preziose ed uniche descrizioni dell’Orso Marsicano, delle sue abitudini e dei suoi segreti spazi vitali.
Grazie alla sua brillante formazione si rende immediatamente conto del valore del manoscritto, e, sorpreso, decide di mettersi sulle tracce dell’orso.
Così facendo trascorrerà dei mesi girovagando ed appostandosi sui Monti Ernici, Le Mainarde e le montagne di Sora, ed avrà la possibilità di vedere paesaggi mozzafiato, imbattersi in specie botaniche rarissime ed esemplari di fauna autoctona in via di estinzione. In questa sua ricerca trova anche, inaspettatamente, l’amore.
Il testo, gradevole e scorrevole, è ricco di rimandi e citazioni di personaggi illustri, poeti e pittori che hanno testimoniato nella storia la grandezza e le peculiarità di questa terra. Questi riferimenti sono brevi e graditi perché non appesantiscono il testo e stimolano la curiosità del lettore, offrendo spunti per l’approfondimento.
L’intreccio è molto semplice e lineare e una diversa evoluzione della storia d’amore avrebbe reso il testo più intrigante. Tuttavia l’importanza dell’epilogo giustifica la scelta dell’autore di dare meno importanza alle divagazioni amorose.
Il testo pone l’accento sul fatto che l’Orso Marsicano si sta estinguendo sotto i nostri occhi distratti e di fronte alla nostra insensibilità e mancanza di volontà per porvi rimedio. L’orso è solo un esempio delle tante cose che stiamo deturpando, inquinando, uccidendo.
Il “richiamo dell’orso“, quindi, assume proprio i connotati di un richiamo al lettore, perché diventi parte attiva nella salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
L’autore utilizza in maniera innovativa il linguaggio onirico di un romanzo con lo scopo ultimo di trasformare i lettori in custodi della biodiversità, facendo loro riscoprire da dove veniamo, quali cose straordinarie abbiamo ereditato e sottolineando l’importanza di dover passare integro il testimone alle generazioni future.
Devo ammettere che fa un certo effetto arrivare all’ultima pagina del libro proprio mentre sto sorvolando in aereo l’oceano atlantico diretto verso il Canada. La storia di Vincent, infatti, è una storia che conosco bene perché è la storia di tutti gli emigranti, che dopo aver trovato il successo non desiderano altro che riscoprire la propria terra, cosa la rende indimenticabile e diversa dal resto del mondo. E sono proprio quelle cose meravigliose, di cui l’Orso Marsicano ne è solo una testimonianza, che né noi, né le istituzioni sono maledettamente in grado di apprezzare e salvaguardare. È attraverso gli occhi di un forestiero che queste cose si riscoprono.
Un libro assolutamente consigliato a tutti, nella speranza che il richiamo funzioni davvero per risvegliare le coscienze.
Associazione Culturale Colli
organizza e sostiene numerose iniziative culturali quali mostre, concorsi, conferenze, forum, gare sportive e ricreative. L’ente dispone di una Biblioteca e di un museo. L’anno di costituzione è il 1982
Legambiente Lazio
Nata nel 1987, è l’associazione ambientalista più diffusa nel territorio della Regione Lazio
Sagra della Crespella
Associazione della promozione culturale, artistica, paesaggistica e turistica di Veroli
Associazione Ecologica Romana
L’Associazione ha lo scopo di promuovere iniziative per la diffusione di una coscienza ecologica, per la difesa del verde e del patrimonio vegetale
Ricerca nel sito
Luoghi suggestivi nei comuni del circolo “Lamasena”